La fisica rivoluzionaria di Selleri

I libri di divulgazione scientifica hanno sempre qualcosa di rassicurante; prendono il lettore per mano e lo conducono attraverso sentieri di certezze, confortandone la fede nella scienza, spesso altrettanto dogmatica di quella rivolta a discipline meno razionali. Da questo punto di vista il libro di Selleri è decisamente indigesto. Nozioni innocue e rivoluzionarie si alternano senza distinzione nel lucido e ineccepibile ragionamento cui l’autore ci costringe. Il risultato è quello di sprofondare il lettore in dubbi dai quali è difficile uscire rimanendo nell’ambito della bibliografia divulgativa, di fatto la sola alla portata dei semplici appassionati. Secondo l’autore le fondamenta su cui poggiano alcuni complessi edifici teorici che crediamo intoccabili, non sono immuni da arbitrio alle fondamenta. La Fisica, intesa come immagine che abbiamo dell’universo, condivide con altre discipline umanistiche il dinamismo e l’esistenza di certezze destinate a rivelarsi provvisorie. Anche nella Fisica paradigmi di moda possono prendere il sopravvento e inibire o ritardare lo sviluppo di più idonee teorie concorrenti.

Nella bella introduzione Selleri divide i fisici in due categorie: ortodossi e rivoluzionari, non nascondendo la propria simpatia per questi ultimi. Simpatia tanto maggiore quanto più alto è il rischio in termine di reputazione che ciascuno di essi à disposto a correre per difendere le proprie teorie quando in contrasto col panorama scientifico corrente. Pare di capire che l’autore un posto tra i rivoluzionari lo riservi a buon diritto anche a se stesso.

Storia del concetto di energia

Il libro parla di energia, del modo in cui questo concetto sia emerso nella storia della Fisica come elemento unificante fenomeni un tempo considerati del tutto distinti. Abbondano le citazioni degli scienziati, preferite alla semplice enunciazione delle leggi matematiche da essi formulate come sintesi estrema del proprio lavoro. Tali citazioni ci rivelano i processi mentali di chi ha operato in campo vergine, o in un clima ostile, con onestà intellettuale, mosso dalla convinzione che la Fisica sia materia vivente, e come tale in perenne evoluzione. Forse queste testimonianze dovrebbero trovare più spesso ospitalità anche nei manuali scolastici.

Ma la protagonista del libro, l’energia appunto, costituisce pure un artificio narrativo, in quanto da fattore comune a tutti gli ambiti della Fisica, permette all’autore una panoramica ad ampio raggio su questa disciplina. I capitoli più dirompenti sono quelli che trattano la relatività ristretta; in essa l’energia arriva a includere la materia stessa secondo la più nota formula di Einstein, ma perde di significato nel relativismo da essa derivante, qui oggetto di profonda critica. Convenzioni tacitamente assunte, come la modalità di sincronizzazione dei sistemi inerziali, se riconsiderati alla luce delle implicazioni causali, si dimostrano invece in grado di ribaltare la teoria.

Il ritorno dell’etere e altri dibattiti silenziati

Cosa ci assicura che la luce si muova a velocità “c” per in ogni direzione rispetto a ogni sistema inerziale, se l’unico modo che abbiamo per misurarla senza incorrere nella convenzionalità della sincronizzazione è di farlo lungo traiettorie chiuse? Quanti conoscono Tangherlini, le cui formule sviluppate a partire da queste considerazioni riaffermano l’autonomia del tempo dallo spazio, e ripropongono un ente, l’etere, considerato sepolto? Quanti sanno dei dubbi che lo stesso Einstein ebbe riguardo l’etere anche dopo averne decretato la scomparsa? Il primo pensiero, terminata la lettura, va al dibattito che tale volume avrebbe dovuto aprire dal momento della sua comparsa sugli scaffali. Ma è inutile consultare i palinsesti o sfogliare i giornali arretrati. Purtroppo nel panorama attuale dell’informazione questo dibattito non ha cittadinanza.

Franco Selleri
Le forme dell’energia
Edizioni Dedalo, 2001
pp. 272, £ 28.000 (14,50 euro)

Alberto Campisi

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