La scienza dei miracoli

Molti dei miracoli narrati nella Bibbia possono essere spiegati scientificamente. È quanto afferma Colin Humphreys, docente di scienza dei materiali all’Università di Cambridge, in un libro – The Miracles of Exodus – appena pubblicato negli Stati Uniti. Nel suo lavoro, Humphreys ha discusso le possibili cause naturali degli eventi straordinari descritti nel racconto biblico dell’esodo del popolo ebraico verso la Terra Promessa: le dieci piaghe d’Egitto, il passaggio dal Mar Rosso, la Manna e il cespuglio sul monte Horeb (dove Mosè fu chiamato da Dio), incandescente ma che non si consumava. Per quel che riguarda l’apertura delle acque del Mar Rosso, Humphreys ritiene che una spiegazione scientifica possa trovarsi nei venti di uragano citati in vari passi del Vecchio Testamento. “Secondo i miei calcoli”, sostiene lo studioso, “un vento di uragano di 130 chilometri orari, che abbia soffiato in continuazione per diverse ore, può aver fatto arretrare di oltre 700 metri le acque in cima al Golfo di Aqaba, permettendo così il passaggio degli ebrei”. Un vento del genere, di norma, si smorza gradualmente; ma non dopo l’attraversamento del Mar Rosso, quando cessò di colpo. “In casi di questo tipo”, spiega Humphreys, “un enorme volume d’acqua ridiscende formando un’onda che viaggia a una velocità di circa 5 metri al secondo. Proprio una simile onda, alta quasi due metri, può aver schiacciato l’esercito egiziano posto all’inseguimento degli ebrei”. Humphreys ha proposto un’interpretazione scientifica anche per le famose piaghe d’Egitto, correlandole ad alcune calamità naturali. Il Nilo ‘divenne sangue’, ad esempio, a causa di alghe rosse, altamente tossiche, che uccisero i pesci e le rane. La natura vulcanica del monte Horeb, secondo lo scienziato inglese, sarebbe poi all’origine dei cespugli ardenti. (f.to.)

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