La Stele di Rosetta dei batteri

Tra i batteri è la densità a comandare il gioco: che si comportino in un certo modo piuttosto che in un altro dipende, cioè, dallo spazio che occupano rispetto allo spazio disponibile. E i ricercatori della Duke University dicono ora – su Molecular Systems Biology – di aver compreso cosa detta le regole di questo gioco, indipendentemente dalle specie. Loro lo chiamano “potenziale sensoriale” (sensing potential) ed è la relazione che unisce una specifica azione del batterio con il volume occupato dai batteri presenti e il volume in cui si trovano.

Pur non avendo organi di senso, questi microrganismi formati da una sola cellula sono in grado di avvertire ciò che accade loro intorno catturando le molecole che altri diffondono nell’ambiente e producendone a loro volta, innescando così una reazione comune. Questo sistema di comunicazione intercellulare è chiamato quorum sensing perché permette ai batteri di percepire e rispondere ai cambiamenti della densità, e regola molte funzioni biologiche, come la bioluminescenza e la ricerca del cibo o di un altro ambiente. Ciascuna delle innumerevoli specie ha uno specifico modo di interpretare i segnali del mondo che la circonda, cioè possiede un suo proprio quorum sensing.

Ma secondo Anand Pai e Lingchong You, autori dello studio, non importa il tipo di batteri e le loro abilità di quorum sensing: conta unicamente il rapporto tra la taglia del batterio e la grandezza dell’habitat disponibile, che regola nello stesso modo tutte le comunicazioni intercellulari.

Il potenziale sensoriale è una sorta di Stele di Rosetta dei “linguaggi” dei batteri – sostiene You – e il suo studio permetterà di comprendere l’evoluzione del sistema di quorum sensing e di programmare, nei batteri o in altre cellule, specifiche azioni”. Che, sperano i ricercatori, in futuro possa permettere di indurre la produzioni di proteine e sostanze ad hoc, o la morte delle cellule dannose. (a.d.)

Riferimento: doi:10.1038/msb.2009.43

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