La Terra è più verde grazie alla CO2

Il pianeta azzurro è più verde. Negli ultimi 35 anni, dicono i dati provenienti dai satelliti dell’agenzia spaziale americana (Nasa), le aree ricoperte da vegetazione sulla Terra si sono inverdite: una crescita delle foglie su alberi e piante corrispondente a un’area pari a due volte quella degli Stati Uniti continentali. Merito dell’aumento dei livelli di CO2, il principale gas serra ma anche elemento fondamentale per la fotosintesi delle piante. Ma attenzione a cantare vittoria troppo presto. Secondo i ricercatori dell’Università di Pechino guidati da Shilong Piao, che hanno pubblicato i risultati delle loro osservazioni su Nature Climate Change, l’effetto “fertilizzante” di questo gas è destinato ad esaurirsi col tempo, perché la crescita delle piante verrà limitata da altri fattori, come la scarsità di acqua o di altri nutrienti.

Non solo: gli effetti benefici della CO2 non sarebbero in grado di bilanciare i suoi effetti negativi sul clima del nostro pianeta, come il riscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacci, l’innalzamento dei livelli delle acque, l’acidificazione degli oceani ed altri ancora poco o per nulla conosciuti. Effetti destinati a protrarsi a lungo, se è vero che questo gas ha raggiunto livelli mai visti, almeno negli ultimi 500.000 anni, ed il suo tasso di immissione nell’atmosfera non accenna a diminuire, contribuendo in modo preponderante al riscaldamento globale.

Secondo i modelli computazionali impiegati dai ricercatori cinesi, l’aumento di una fetta importante delle aree verdi del pianeta (tra il 25 ed il 50%) è dovuto per il 70% all’innalzamento dei livelli di anidride carbonica, e in misura minore anche a fattori come la maggiore disponibilità di azoto (9%), i cambiamenti climatici (8%) e quelli delle coperture sulle superfici terrestri (4%). Sorprendentemente, solo il 4% delle terre ricoperte da vegetazione hanno sperimentato delle perdite.

Ma le buone notizie finiscono qui. Infatti, alcune delle regioni interessate da un grande “rinverdimento” sono quelle più settentrionali, dove temperature più miti aiutano sì le piante a crescere, ma su aree conquistate ai ghiacci artici che si stanno sciogliendo a ritmi sempre più vertiginosi, innalzando i livelli delle acque. Inoltre, anche le modificazioni nella composizione delle foreste possono minacciare i delicati equilibri climatici raggiunti in milioni di anni.

Riferimenti: Nasa; Nature CLimate Change doi:10.1038/nclimate3004

Credits immagine copertina:  Boston University/R. Myneni

Articolo prodotto in collaborazione con il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara

Gabriele Andreatta

Articoli recenti

Il talco può aumentare il rischio di tumore?

Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson pagherà 6,5 miliardi di dollari per chiudere le cause…

2 giorni fa

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

5 giorni fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

1 settimana fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

1 settimana fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

2 settimane fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più