Un piccolo insetto d’acqua si aggiudica il primato di animale più rumoroso del globo, almeno in relazione alle sue dimensioni. E il merito sarebbe tutto del suo organo genitale, con cui Micronecta scholtzi (questo il nome scientifico) emette richiami sessuali che superano i 99 decibel (quanto un’orchestra di fiati). Il meccanismo che permette al piccolo campione di non passare mai inosservato è stato descritto su PLoS One da un gruppo di ricercatori del Muséum national d’Histoire naturelle di Parigi.
Quando per Micronecta arriva la stagione degli amori, i maschi attirano le compagne grazie a un prodigioso stridore. Per generarlo, i piccoli insetti sfregano il pene sui loro segmenti addominali, ottenendo un effetto assordante. “Il canto di Micronecta è così potente da poter essere udito dalle rive di un fiume, anche quando l’insetto sta nuotando sott’acqua, nonostante il 99 per cento dell’intensità del richiamo vada perduta quando le onde sonore passano dall’acqua all’aria”, spiega a Wired.co.uk James Windmill, ingegnere del suono presso la Stratchclyde University e coautore dello studio. E pensare che il minuscolo pene percuote una superficie addominale del diametro di appena 50 micrometri.
La stridulazione è comune a diversi insetti, dalle cicale ai ragni, che generano rumore sfregando due parti del corpo; c’è un unico mammifero, invece, che si comporta in questo modo ed è il tenrec striato di pianura (Hemicentetes semispinosus), un piccolo animale del Madagascar simile al riccio, che strofina i suoi aculei uno sull’altro. Quello che rende unico il M.scholtzi è il fatto che usi il pene per generare questo rumore e che, in proporzione alle sue dimensioni, il suono emesso sia il più potente di tutto il regno animale a prescindere dal modo in cui è ottenuto.
Windmill, infatti, ha stilato una classifica secondo la quale, se tutti gli altri animali fossero ridotti alle dimensioni di Micronecta, non sarebbero mai in grado di eguagliare i suoi acuti: al secondo posto della classifica ci sarebbero dei gamberi, mentre alle ultime posizioni verrebbero relegati alligatori, esseri umani ed elefanti.
Riferimento: doi:10.1371/journal.pone.0021089
Credit per la foto: Piet Spaans / Wikipedia