Categorie: AmbienteVita

Api, rischio dipendenza dai pesticidi

Le api sono in pericolo. E la colpa, al solito, è degli esseri umani. Lo evidenziano due studi (questo e questo) appena pubblicati su Nature da un’équipe di scienziati della Newcastle University, coordinata da Geraldine Wright, e della Lund University. I ricercatori, in particolare, hanno analizzato l’impatto dell’uso di neonicotinoidi, dei pesticidi già dichiarati pericolosi dallaCommissione europea e dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, sulla salute delle comunità di api. Confermando quanto già si sospettava: in effetti, pare proprio che i pesticidi costituiscano una minaccia per gli insetti, che non riescono a discernere tra nettare trattato e nettare puro.

La questione, in realtà, è particolarmente dibattuta e ancora irrisolta. Quello che si sa per certo, come spiegano in un articolo di commento pubblicato sempre su Nature, è che molte popolazioni di api corrono gravi pericoli, a causa di una serie di fattori, tra cui il parassitismo e la diminuzione di risorse alimentari. A questi, per l’appunto, la comunità scientifica aggiunge anche i neonicotinoidi, una classe di pesticidi spesso usata sui semi delle piante, che spesso arriva a pervaderne anche polline e nettare. I detrattori della teoria secondo la quale i neonicotinoidi sono pericolosi per le api sostengono che gli insetti imparano rapidamente a evitarele piante cui è stato somministrato il pesticida.

È proprio questo il punto vagliato dai ricercatori, che hanno selezionato api (Apis mellifera) e bombi (Bombus terrestris) e fatto loro scegliere tra nettare non trattato e nettare cosparso di imidaclopride, thiamethoxam o clothianidina (tre classi di neonicotinoidi). Gli scienziati hanno scoperto che, in realtà, le api non hanno mostrato alcuna preferenza per il nettare non trattato; al contrario, gli insetti sembravano essere più propensi a scegliere il nettare con imidaclopride o thiamethoxam, “sebbene non sia chiaro se tale scenario possa avvenire anche in ambiente selvatico”.

Secondo le analisi dell’équipe di Wright, dunque, le api non sono in grado di avvertire la presenza dei pesticidi. Studi precedenti, al contrario, avevano mostrato che i neonicotinoidi attivavano recettori cerebrali delle api legati alla memoria e all’apprendimento. Il dibattito sembra ancora lontano dall’essere chiuso.

Via: Wired.it

Credits immagine: Jennifer C./Flickr CC

 

 

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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