Le macchie solari nascono all’interno

Che le “macchie solari” si presentino puntuali ogni undici anni si sapeva. Che fossero dovute all’attività magnetica del Sole pure. La novità è che le macchie sono generate non sulla superficie del Sole ma al suo interno e che il fenomeno avviene con modalità differenti a seconda della latitudine. E’ quanto sostengono alcuni ricercatori dell’Università americana di Stanford, che hanno osservato la stella mediante il Michelson doppler imager (Mdi), a bordo di un satellite lanciato nel 1995 dalla Nasa e dall’Agenzia spaziale europea (Esa). Lo strumento utilizza una tecnica che permette di creare immagini a ultrasuoni dalla misura della velocità delle onde sonore prodotte dal gas incandescente presente all’interno del Sole. Si pensa che la formazione di queste strutture avvenga alla base della zona convettiva, situata a circa 124 mila miglia al di sotto della superficie del Sole. L’Mdi è in grado di rilevare segnali provenienti da circa la metà di tale distanza, ma i dati ottenuti permettono di studiare comunque a fondo questi processi. Dall’analisi della macchia solare più estesa, la Ar9393, è inoltre venuto fuori che le regioni magneticamente attive non consistono in un’unica struttura tubolare, così come si pensava fino a poco tempo fa, ma che invece sono costituite da numerosi elementi interagenti fra di loro. Inoltre, non appena emerse, le strutture vengono subito rimpiazzate da altre escrescenze, cosicché la regione attiva cresce continuamente. (f.t.)

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