Liberato Bethune, il guardiano del mare

Due anni con la condizionale e l’espulsione dal Giappone. È la pena inflitta al Capitano Pete Bethune, un attivista di Sea Shepherd (Guardiani del Mare), il gruppo ambientalista che da anni combatte contro la caccia alle balene. L’uomo, giunto al processo dopo aver trascorso cinque mesi nelle carceri di Tokyo, è stato condannato per aver abbordato illegalmente la Shonan Maru No. 2, una delle gigantesche navi da scorta delle baleniere giapponesi, il 15 Febbraio scorso.

A spingere Capitan Bethune all’arrembaggio della nave è stato un precedente incontro tra l’uomo e la Shonan Maru, il 6 Gennaio 2010. In quell’occasione la nave giapponese (come si vede nel video sopra e – da diverse prospettive – in quest’altro) ha speronato e distrutto la Ady Gil, l’imbarcazione dell’attivista intenta in azioni di disturbo, mettendo in pericolo la vita delle sei persone a bordo e senza prestare soccorso ai naufraghi. Solo l’intervento di un’altra imbarcazione Sea Shepherd, operativa nelle vicinanze, ha impedito la morte dell’equipaggio dell’Ady Gil.

Un mese dopo, approfittando dell’oscurità, Bethune ha avvicinato la Shonan Maru e ne ha scalato lo scafo, per arrestarne il capitano con l’accusa di tentato omicidio. Una volta a bordo, invece, è stato lui ad essere imprigionato, condotto in Giappone e accusato di diversi crimini ai danni della flotta nipponica. A Tokyo l’ambientalista è stato incarcerato per diversi mesi, prima di essere processato. Il caso ha immediatamente smosso l’opinione pubblica e grazie alle pressioni internazionali Capitan Bethune è stato condannato a solo due anni con la condizionale (la pena iniziale prevedeva 15 anni di prigione).

Il 12 Luglio, a pochi giorni dalla sua liberazione, in una conferenza stampa a Auckland City (Nuova Zelanda), Bethune ha sottolineato la totale mancanza supporto ricevuto da parte del governo neo zelandese e ha precisato che le azioni della Ady Gil non costituivano alcun pericolo per la flotta baleniera. “È il capitano Komura che dovrebbe essere agli arresti per aver messo in pericolo il mio equipaggio”, ha dichiarato l’attivista. 

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