Viaggio al termine dell’Universo

universo
(Foto via Pixabay)

libroPaolo De Bernardis,
Solo un miliardo di anni? – Viaggio al termine dell’universo
Il Mulino, Bologna 2016

Ha vinto la XII edizione del Premio Nazionale di Cultura “Benedetto Croce”. E a premiarlo in prima battuta, nella categoria letteratura giornalistica, è stata una giuria popolare composta in maggioranza da ragazzi delle scuole superiori. Che – posso dirlo per esperienza diretta, facendo anch’io parte della categoria – non sono teneri giudici. Il che dimostra che il libro vincitore, scritto da Paolo De Bernardis, docente di Astrofisica e Cosmologia osservativa alla Sapienza Università di Roma, è davvero un libro per tutti.

Durante la manifestazione, De Bernardis ha offerto al pubblico dieci piacevolissimi minuti di presentazione del libro, durante i quali si coglieva la meravigliata attenzione degli spettatori di fronte a teorie di cosmologia che da sempre affascinano anche i non addetti ai lavori. Per questo, incuriosito dall’argomento, ho comprato il libro (gentilmente dedicato e autografato dall’autore) e, sotto i cieli stellati e limpidi del Parco nazionale d’Abruzzo, ho iniziato a leggere.

La lettura è risultata estremamente scorrevole e appassionante, sebbene non priva di una piccola dose di matematica che, quando ben inserita e chiaramente spiegata come in questo caso, è sempre un valore aggiunto notevole per un libro di divulgazione. L’indiscutibilità delle equazioni, infatti, fa uscire dal mondo della fantascienza e dà una sferzata al lettore, facendolo sentire realmente al centro delle teorie, e non soltanto un passivo contenitore di concetti complessi.

Il libro è diviso in quattro sezioni (Capitoli I-IV con una dozzina di bellissime fotografie al centro) compatte e strettamente legate fra loro, tanto che, finita la precedente, è la stessa curiosità del lettore a portarlo alla successiva. Si parte da un’introduzione generale sui metodi della scienza e sul suo modo di fare previsioni per passare poi ad analizzare il destino della Terra, del Sistema Solare, della nostra Galassia e infine dell’Universo tutto, sempre con estrema lucidità e sempre ponendo in modo chiaro quali siano i modelli da accettare per formulare predizioni così audaci ma anche così precise e verificate.

Un aspetto su cui l’autore insiste molto, infatti – e anche questo è molto pregevole – è il mostrare come ci siano metodi che partono da analisi di fattori molto diversi, che portano però a uno stesso risultato (come ad esempio nello stimare il valore della costante di Hubble), dandoci dunque una maggiore sicurezza che la nostra predizione sia quella giusta; non a caso, Carl Sagan diceva: “affermazioni straordinarie richiedono straordinarie dimostrazioni”. Ciononostante, De Bernardis fa notare come il campo della cosmologia, sebbene stia progredendo rapidamente divenendo sempre più quantitativo che qualitativo, sia comunque un terreno scivoloso, con molte incognite, fra cui le ormai famigerate materia ed energia oscure che costituiscono circa il 95% della massa-energia dell’Universo, la natura delle quali ha sicuramente conseguenze fondamentali per il suo destino ultimo.

La domanda fondamentale dunque è se l’Universo continuerà ad espandersi accelerando ancor di più il ritmo finché anche la gravità sarà vinta e tutta la materia del cosmo sarà smembrata (“Big Rip”) oppure se semplicemente continuerà ad espandersi e raffreddarsi fino alla sua morte termica (“Big Freeze”) o, al contrario, rallenterà fino a fermarsi per poi collassare nuovamente sotto l’effetto della gravità (“Big Crunch”). Tutte queste possibilità vengono sapientemente vagliate nelle 147 pagine del testo e il lettore sarà guidato da De Bernardis fino alla risposta che i fisici ritengono oggi più credibile. Al lettore dunque il piacere di scoprire quale essa sia; ma senza mai mettere il punto definitivo perché d’altronde, come dice l’autore stesso, tutto è ancora possibile.

 

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