Una lingua artificiale per degustare il whisky

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(Foto via Pixabay)

Nonostante esistano moltissime varietà di whisky, alcune estremamente differenti per quanto riguarda sapore e odore, dal punto di vista chimico esse sono talmente simili che la maggior parte delle analisi della loro composizione non sono in grado di individuare differenze tra i prodotti di diverse distillerie. Tuttavia un nuovo strumento composto da una serie di matrici di sensori artificiali che formano una “lingua” sintetica, realizzato dai ricercatori della Heidelberg University, sarebbe ora in grado di capire quando due campioni di whisky siano simili, oltre ad identificare alcune delle caratteristiche chiave della bevanda, quali tipo di malto, invecchiamento e paese d’origine.

“Uno degli elementi a cui ero interessato era quanto imparentati possono essere due composti per poterli ancora distinguere” ha spiegato Uwe Bunz, co-autore della ricerca, pubblicata sul journal Chem, “Da questo punto di vista, i whisky sono assolutamente fantastici.”

Ogni matrice di sensori è composta da una serie di soluzioni, ognuna avente una specifica colorazione in grado di emettere luce. Quando una goccia di whisky viene a contatto con la soluzione, si verifica un cambiamento di luminosità, che i ricercatori hanno analizzato con un fotometro, uno strumento in grado di misurare appunto i piccoli cambiamenti nella fluorescenza delle soluzioni. In questo modo, gli scienziati hanno ottenuto uno specifico modello per ciascun tipo di whisky analizzato.

“Quando utilizziamo 3, 4 o 5 elementi diversi sulla lingua, otteniamo 3, 4 o 5 cambiamenti di intensità, e questi cambiamenti danno origine a un modello unico,” ha spiegato Bunz, “La risposta di ogni singola soluzione non è molto utile, ma quando sono prese insieme, otteniamo un modello davvero unico.”

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(Credit: Jinsong Han et al./Chem 2017)

Questa lingua artificiale, ovviamente, non assomiglia per niente a una vera lingua, ma il principio su cui funziona è lo stesso: “La lingua umana è composta di 6 o 7 recettori diversi, dolce, salato, amaro, aspro, umami e piccante, e siamo in grado di identificare il cibo dalle diverse reazioni che abbiamo a quegli elementi. La combinazione dei diversi recettori è quello che associamo al gusto di quello che mangiamo.”

Allo stesso modo, la lingua artificiale è in grado di reagire alla diverse risposte dei propri sensori. I modelli ottenuti possono anche essere correlati all’invecchiamento del whisky, al tipo di malto utilizzato e al paese d’origine. Mentre questo strumento è in grado di mettere in luce le somiglianze tra diversi whisky, non è tuttavia in grado di identificare un whisky senza avere un punto di riferimento: bisogna partire da un campione standard e successivamente, testando altri whisky, si può stabilire quanto siano simili, o differenti.

Questo metodo, concludono i ricercatori, potrebbe essere utilizzato anche per altri tipi di bevande, e persino per materiali biologici, che, dal punto di vista chimico, sono più complessi.

Riferimenti: Chem

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