L’isola delle rane

Un incredibile numero di specie di rane di cui almeno 130 ancora ignote per la scienza sono state identificate in Madagascar da un team di ricercatori tedeschi, italiani e spagnoli. Lo studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences of the USA (PNAS), ha integrato l’analisi genetica di oltre 3.000 esemplari adulti e di girini provenienti da tutto il paese con l’osservazione della morfologia, della colorazione, del repertorio sonoro e di altri caratteri.

I dati raccolti confermano l’eccezionale ricchezza di biodiversità dell’isola staccatasi dal continente africano 140 milioni di anni fa e l’urgenza di concrete azioni in sua difesa. Il paese, uno dei più poveri al mondo, in anni recenti aveva fatto passi da gigante per proteggere la sua natura unica. Sforzi che però rischiano di essere vanificati dopo il golpe che lo scorso gennaio ha deposto il presidente eletto Marc Ravalomananaha. Il vuoto di potere ha favorito attività illegali come il taglio di legna e il bracconaggio mentre il crollo delle attività di ecoturismo ha lasciato campo libero alla deleteria pratica agricola del “taglia e brucia”. Le ultime foreste pluviali, e persino riserve e parchi nazionali, come quello di Marojejy nel Nord-Est dell’isola, sono sotto saccheggio.

“Il Madagascar ha subito una pesante deforestazione negli ultimi tre decenni ma conserva ancora tante sorprese che invitano a sperare – ha dichiarato Massimiliano Rocco, responsabile Specie e TRAFFIC del WWF Italia – 30 aree protette, per un’area di 9.955 Km quadrati, sono appena sufficienti a tutelare 3,2% dell’intera copertura forestale dell’isola, poco per garantire la conservazione di specie e ambienti tanto rari”. La Lista Rossa delle specie del Madagascar si allunga ogni anno e per il WWF almeno 60 specie sono quasi sull’orlo dell’estinzione come l’Indri, l’Aye aye, il Fossa, le testuggini Radiata e la Inyphora e diverse specie di piccole rane del genere Mantella. (m.b.)

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