Lo specchio della felicità

Michele Emmer
Lo specchio della felicità
Editore Ponte alle Grazie
pagg. 229, £ 28.000

“E un’altra cosa so della felicità, che essa è muta. E’ la perfezione e non consente di essere interrogata. Soltanto il suo esatto contrario ce ne offre, benché approssimativa, una misura. Lo specchio della felicità è il dolore, le sue tenebre danno rilievo a delle forme altrimenti accecanti”. Questa suggestiva frase, ritrovata nelle carte della moglie dell’autore, concentra in sé l’essenza della vicenda narrata nel libro. Michele Emmer, ordinario di matematica presso l’Università “La Sapienza” di Roma, racconta infatti una storia d’amore toccata dalla malattia e immersa nel pianeta inefficiente della sanità italiana. E’ la sua storia, quella che ha vissuto insieme alla moglie Valeria Marchiafava, morta nell’ottobre del 1998 a causa di un tumore pancreatico.

“Un libro di ricordi, di quello che mi ricordo, mentre sto scrivendo. […] Le avventure tra il tragico e il grottesco di una famiglia alle prese con il cancro e con tutti i problemi che nascono con i medici, gli ospedali, i giornali, la televisione, le Asl, i provveditorati, i ministeri. […] Non un libro per lamentarsi, ma per denunciare”. Così l’autore spiega i motivi che lo hanno indotto a raccontare una parte della sua vita. E lo fa con un linguaggio lucido e razionale, spesso ironico, a volte sarcastico, mai patetico. Tutta la narrazione è intessuta dal tocco delicato di un sentimento profondo verso la moglie: “Per raccontare l’amore bisogna essere dei grandi scrittori; probabilmente nessuno è in grado di scrivere il proprio grande amore, ma solo brandelli, frasi, giornate. In ogni caso io non avrei voluto nemmeno se ne fossi stato capace. L’amore, la felicità appartengono a noi. Sono rimaste le cose che ci hanno disturbato, rattristato, distratto. Quelle possono diventare un’esperienza, possono essere utili ad altri. Di questo ho voluto parlare”. Di una storia non facile da narrare, l’incubo di una malattia oggi ancora incurabile, alle prese con difficoltà burocratiche inverosimili, incomprensioni e talvolta maleducazione del personale medico. E ancora: diagnosi errate, strutture inadeguate, aiuti economici inesistenti. Il tutto mentre sullo sfondo divampava il “caso Di Bella”, la cura che ha illuso e poi tradito migliaia di malati. Questo è il primo libro di argomento non scientifico che Emmer scrive dopo le numerose pubblicazioni divulgative e i saggi sul rapporto tra scienza e arte.

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