L’ultimo Eden degli scimpanzé

Due ricercatori di St.Louis, Dave Morgann e Crickette Sanz, partendo dal villaggio più vicino, hanno percorso circa 55 chilometri in foreste e paludi dell’Africa centrale per raggiungere un punto tra due fiumi, il triangolo del Goualougo, che é l’habitat di una comunità di scimpanzé che non aveva mai avuto contatti con l’essere umano. L’obiettivo del progetto della Wildlife Conservation Society della repubblica congolese é studiare il comportamento e le reazioni dei primati alla presenza umana. Gli scimpanzé degli zoo, infatti, amano trovarsi al centro dell’attenzione, ma abituarsi a questo è un processo che può durare anni. I due ricercatori hanno accumulato 365 ore di osservazioni dirette raccolte in 218 diverse occasioni della vita individuale e sociale della comunità. Le conclusioni della ricerca patrocinata da National Magazine saranno pubblicate nel numero di aprile. “Nell’84 per cento dei casi gli scimpanzé hanno reagito alla nostra presenza mostrando curiosità, ovvero emettendo vocalizzazioni o nascondendosi, nel 12 per cento dei casi hanno dato segno di nervosismo, ma mai di ostilità: “evidentemente non hanno sentito minacciosa la nostra vicinanza”, afferma Sanz. Secondo Jane Goodall, che oggi insegna antropologia alla Washington University, “gli studi su questi animali conferiscono una nuova impostazione alla teoria evolutiva umana, poiché essi, vivendo indisturbati nella foresta equatoriale, non avevano avuto contatti con gli esseri umani”. Alla conferenza del Wcs del luglio 2001 il governo congolese ha firmato un documento con cui gli scimpanzé vengono inseriti tra le specie protette, mentre i ricercatori hanno garantito che abitueranno alla presenza umana solo pochi esemplari, lasciando gli altri liberi da interferenze o condizionamenti esterni. (s.ca.)

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