Categorie: SaluteTecnologia

Malattie infettive, le analisi le fa lo smartphone

Altoparlanti, obiettivi per scattare foto migliori e lettori di carte di credito: la lista degli accessori disponibili per i nostri smartphone aumenta di giorno in giorno. Ma che ne pensate di un accessorio in grado di prelevare un campione di sangue e analizzarlo in meno di 15 minuti? È la proposta degli scienziati della Columbia University School of Engineering and Applied Science, che hanno sviluppato e testato un prototipo, abbastanza piccolo e leggero da poter essere portato in mano, in grado di rilevare la presenza di diverse malattie infettive senza bisogno di utilizzare elettricità (tranne quella fornita dallo smartphone a cui è connesso).

Ma di fatto cosa fa questo apparecchio (di fatto, simile a un dongle che può essere connesso allo smartphone o ad un computer)? Il device esegue un saggio ELISA (dall’inglese Enzyme-Linked ImmunoSorbent Assay), un tipo di analisi usato in biochimica per rilevare la presenza di una determinata sostanza. In particolare, l’apparecchio è in grado di analizzare il sangue, ottenuto tramite la puntura di un polpastrello, per rilevare anticorpi per l’HIV o la sifilide.

Questo accessorio, che potrebbe aiutare a diagnosticare in tempo queste malattie nelle donne incinte e potrebbe ridurre di molto le conseguenze per loro e per i bambini,  è stato recentemente testato in Ruanda, dove ha analizzato il sangue di 96 pazienti, parte di un programma di prevenzione delle malattie trasmissibili da madre a figlio appunto. Durante lo studio, gli assistenti sanitari hanno seguito un breve corso di circa 30 minuti per imparare ad usare l’apparecchio, e il 97% dei partecipanti ha affermato che ne raccomanderebbe l’uso, soprattutto per la rapidità dei risultati e la semplicità della procedura. I test inoltre condotti hanno mostrato una sensibilità dal 92 al 100% e una specificità dal 79 al 100%.

“Questo apparecchio rende accessibili analisi solitamente praticabili solo in un laboratorio a chiunque sia in possesso di uno smartphone,” ha spiegato Samuel Sia, autore principale dello studio, pubblicato su Science Translational Medicine: “Questo tipo di tecnologia può cambiare completamente il modo in cui l’assistenza sanitaria viene fornita a livello mondiale”.

Questo non solo perché il prezzo di realizzazione è molto basso (34 dollari, contro i 18mila solitamente necessari per costruire un’apparecchiatura in grado di effettuare analisi ELISA), ma anche perché il dongle può essere usato anche in aree dove non ci sono reti elettriche: basta avere a disposizione uno smartphone.

Sia infine ha aggiunto che il rilevamento delle infezioni causate dalla sifilide potrebbe ridurre di 10 volte il numero delle morti da esse causate, e che l’apparecchio potrebbe aiutare con i test per l’HIV su larga scala, contribuendo a diminuirne la trasmissione.

Riferimenti: Science Translational Medicine doi: 10.1126/scitranslmed.aaa0056

Credits immagine:  Tassaneewan Laksanasopin

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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