Quali sono le variazioni nel nostro genoma che influenzano l’attività dei geni e possono avere delle conseguenze importanti per la nostra salute? Una risposta arriva da uno studio condotto dal Wellcome Trust Sanger Institute (Università di Cambridge, Gb), dalla Università di Toronto (Canada) e dalla Harvard Medical School (Usa) e pubblicato questa settimana su Science. Oltre a fornire la prima mappa che identifica le più importanti variazioni del Dna che influenzano direttamente l’attività genica, la ricerca dà una visione globale delle conseguenze di queste variazioni e il loro legame con la predisposizione alle malattie. Il rapporto mostra anche, per la prima volta, come la composizione unica di variazioni genetiche, che ciascuno di noi possiede, porti a pattern altrettanto unici di attività genica.
I ricercatori si sono serviti dei dati messi a disposizione dal progetto Genoma Umano (che ha fornito la mappatura del genoma umano), progetto HapMap (che sta studiando la mappatura delle diversità genetiche causate dal cambiamento di una singola base azotata) e dal progetto Copy Number Variation (che si occupa delle variazioni del numero di copie di uno stesso gene o di più geni, normalmente presenti nel nostro Dna). La variazione nel numero di copie di uno o più geni (Cnv) può influenzare l’attività genica o alterando la “dose” della proteina espressa dal gene, o perché la porzione attiva di un gene può andar distrutta, così come la regione regolatrice che controlla una parte dell’attività genica.
Utilizzando le serie HapMap di campioni cellulari di quattro popolazioni diverse (in tutto 210 individui senza legami di parentela), gli scienziati hanno studiato l’attività genica di oltre 14mila geni di cellule cresciute in colture. L’attività di ciascun gene è stata poi correlata al numero di copie delle varianti (Cnv) e alla variazione genetica vicina, definita dalla HapMap in un indice di cambiamenti delle singole basi nucleotidiche (single nucleotide polymorphisms, Snp). Circa 700 mila sono le variazioni nucleotidiche Snp incluse nello studio, mentre i siti esaminati per il numero di copie di geni sono 25 mila.
Le variazioni Snp e Cnv sono risultate correlate con un’attività genica alterata rispettivamente in almeno 900 e 240 geni e i risultati mostrano che tra il 10 e il 20 per cento delle variazioni ereditabili nell’attività genica è dovuto alle Cnv. I ricercatori hanno provato inoltre che queste due variazioni modificano l’attività di altri geni vicini. Gli studi sulla base genetica dell’attività genica e le metodologie sviluppate potrebbero aiutare la ricerca medica a comprendere la predisposizione individuale alle malattie. (t.m.)