Mdma per trattare i traumi psichiatrici, può funzionare?

Il rinascimento psichedelico è in pieno svolgimento, e i suoi effetti potrebbero rivoluzionare il mondo della psichiatria. Dopo anni di censura, moltissime molecole messe al bando come sostanze da sballo stanno oggi tornando in auge tra ricercatori, psichiatri e psicologi, per il loro enorme potenziale, ancora largamente inesplorato, nel trattamento di depressione, ansia, e altre gravi patologie mentali. È il caso dell’Lsd, della ketamina e della marijuana medica, ma ancor di più, forse, per la regina delle droghe da discoteca: l’ecstasy, o più correttamente Mdma, una metanfetamina dai blandi effetti psichedelici, e dai potenti poteri calmanti, rilassanti, e sedativi. Le ricerche procedono spedite, e in Usa è partito da un paio di mesi uno studio clinico di fase III (l’ultima prima dell’immissione in commercio), per confermarne l’efficacia nel trattamento del disturbo da stress post-traumatico (o ptsd). Ma non solo: si studia anche la sua efficacia contro le dipendenzeansia e sintomi di gravi patologie come l’autismo.

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