No, le mestruazioni non modificano il funzionamento del cervello

donne mestruazioni
(Foto via Pixabay)

Irritabilità e alterazioni dell’umore sono – nell’immaginario collettivo ma per molte donne anche nella realtà – uno dei segni dell’imminente arrivo delle mestruazioni: colpa degli ormoni. Per alcune donne però l’arrivo del ciclo sembra associato ad una riduzione delle proprie performance mentali, delle loro capacità cognitive. Possibile? No, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Behavioral Neuroscience, che ha coinvolto anche alcuni ricercatori della Sapienza Università di Roma, non trovando segni di correlazione tra capacità cognitive femminili e i livelli ormonali durante le varie fasi del ciclo mestruale. Studi precedenti, condotti su campioni di dimensioni inferiori, avevano finora riportato risultati contrastanti.

Lo studio ha coinvolto un totale di 88 donne, reclutate tra Zurigo e Hannover, sulle quali sono stati condotti test volti a misurarne la memoria di lavoro visivo-spaziale, bias cognitivi e livello di attenzione in 4 diversi momenti di un ciclo mestruale di ognuna. Su 68 donne i test sono stati ripetuti anche durante un secondo ciclo mestruale, nelle stesse fasi, per evidenziare eventuali falsi positivi/negativi. Prima di ogni test i livelli di progesterone, estrogeno e testosterone sono stati misurati in tutte le donne e il momento esatto del ciclo è stato stimato sulla base della durata dei cicli precedenti e confermato attraverso analisi del sangue ed ecografie.

Se i risultati raccolti nel primo ciclo sembravano suggerire un’influenza negativa dei livelli di progesterone sulla memoria e di testosterone sui bias cognitivi passando dalla fase pre-ovulazione a quella luteale, il confronto con i risultati ottenuti nel secondo ciclo non ha mostrato invece alcuna correlazione tra ormoni e capacità cognitive delle singole donne. Vista la non riproducibilità dei risultati, i ricercatori hanno concluso che gli ormoni non sono responsabili di alcuna alterazione delle capacità femminili. Neanche le variazioni dei livelli di estrogeno sembrano peggiorare le abilità delle donne, risultato che persiste considerando sia le performance medie che quelle individuali nel corso del ciclo mestruale.

Gli scienziati hanno interpretato le differenze riscontrate nel primo ciclo come un falso positivo, sottolineando nel loro articolo che le conclusioni tratte in studi analoghi condotti in passato possano essere state determinate da bias metodologici. Malgrado il presente studio sia più sofisticato dei precedenti (per il numero di donne coinvolte e di misurazioni durante un ciclo e per la ripetizione del test nel ciclo successivo) c’è ancora spazio per migliorare, ad esempio aumentando ulteriormente le dimensioni del campione e includendo donne con disturbi ormonali. Comprendere più a fondo l’effetto di progesterone, estrogeno e testosterone sulla memoria è importante anche visto l’uso di questi ormoni a livello terapeutico, ad esempio su alcune donne in menopausa.

Riferimenti: Frontiers in Behavioral Neuroscience

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