Missione Rosetta, problemi di comunicazione con Philae

Poco più di un mese fa all’Agenzia spaziale europea si faceva (di nuovo) festa. Dopo i brindisi per lo storico accometaggio, il primo della storia, sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko dello scorso novembre, il lander Philae della missione Rosetta – il protagonista dello sbarco – usciva dallo stato di ibernazione, dandoci la speranza che potesse riprendere le attività scientifiche. Speranze ora in parte accantonate, visto che da qualche giorno il lander non darebbe più notizie.

Philae infatti si trova in modalità silenziosa dallo scorso 9 luglio e i tentativi di ristabilire i contatti sono stati infruttuosi finora, spiega il project leader della missione Stephan Ulamec dell’Agenzia spaziale tedesca (Dlr), che ipotizza anche le possibili ragioni di questo silenzio. Gli ultimi dati di telemetria spediti a casa da Philae suggeriscono che il lander possa essersi spostato, e che le antenne possano essersi anch’esse mosse o trovarsi in un’orientazione sfavorevole per le comunicazioni con la sonda madre, e quindi con la Terra. L’idea infatti è che i gas emessi dalla cometa durante il suo approcciarsi al Sole – che ne aveva favorito il risveglio; ricordiamo che il perielio verrà raggiunto il mese prossimo – abbiano influenzato la già precaria posizione di Philae, compromettendone le attività di comunicazione.

La stessa emissione di gas e polvere da parte della cometa renderebbe non facile per la sonda madre approcciarsi molto a 67P e quindi al lander, motivo per cui al momento la sua posizione è stata spostata a una distanza di sicurezza di circa 170-190 chilometri. Fino al 24 luglio, però, Rosetta si muoverà in condizioni favorevole per ascoltare eventuali risposte da parte di Philae, dopo di che i tentativi di contatto per l’orbiter saranno alternati con le osservazioni della sonda madre dell’emisfero sud della cometa.

Al momento il team che gestisce le operazioni ha inviato un comando per cercare di ristabilire i contatti col lander e accendere lo strumento Romap e riprendere così le attività, ma senza ricevere conferme. Gli scienziati sono anche al lavoro per cercare di recuperare il pacchetto di lavoro eseguito dagli strumenti di Philae (Mupus, Romap, Sesame, Ptolemy e Cosac), con l’aiuto di alcuni test su un modello a terra del lander.

Le speranze che il lander possa tornare, considerate le comunicazioni irregolari che hanno caratterizzato la missione ci sono ancora però: “Il lander è ovviamente ancora funzionante, perché ci invia i dati, sia pure a intervalli irregolari e, a volte sorprendenti”, conclude in proposito Ulamec: “Ci sono stati diversi momenti in cui abbiamo temuto che il lander non potesse farsi più sentire, ma ci ha più volte dimostrato il contrario”. In altre parole: se ci sei Philae batti un colpo.

Via: Wired.it

Credits immagine: ESA/Rosetta/NAVCAM 

 

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