I misteri della coscienza, con delitto. Il romanzo di Erik Hoel

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(Foto: Redd F su Unsplash)

Quali sono le rivelazioni che danno il titolo a questo romanzo del neuroscienziato Erik Hoel, incentrato sulle attività di sette giovani ricercatori impegnati a scoprire il “segreto della coscienza”? Cosa si nasconde nei meandri del cervello umano? Hoel, indicato nel 2018 da Forbes tra i 30 migliori scienziati under 30, prova a indagare i misteri della mente con un’opera a metà tra la letteratura noir e un saggio scientifico.

Il progetto si svolge al Centro per la Ricerca sulle Neuroscienze di New York, ed è intitolato a Francis Crick in quanto rivolto alla ricerca dei correlati neuronali della coscienza. Qui vengono usati primati o altri mammiferi nel cui cervello sono inseriti elettrodi per individuarne le attività e risalire da qui alle basi neuroscientifiche della coscienza. Tra le righe, traspare la posizione nei confronti della sperimentazione su animali, rappresentata dai sabotaggi compiuti da un gruppo animalista. La morte di un giovane ricercatore, anche lui coinvolto nelle ricerche del gruppo, invita ad indagini su un possibile omicidio e tinge di giallo la trama, con sfumature di rosa dovute alla storia d’amore tra il giovane e geniale protagonista del romanzo e una sua affascinante collega.  

La città di New York fa da sfondo al romanzo, tra passeggiate notturne e sospetti sull’incidente di cui è stato vittima l’amico del protagonista. Le spiegazioni clinico-biologiche sul cervello, insieme alle riflessioni sulla coscienza e sulle sue caratteristiche umane, stimolano il lettore a eventuali approfondimenti (se mente e cervello sono due sostanze distinte, come possono interagire?). Nelle sue affabulazioni quotidiane, fondate su una profonda cultura e su elaborazioni scientifico-matematiche, il protagonista si interroga senza risposta anche sul significato della scienza e della ricerca: si tratta di menzogne sostenute da una sorta di corruzione del potere accademico o se ne può trovare una effettiva validità? Le riflessioni, le discussioni, gli appunti sul significato della ricerca hanno, nel romanzo, un ruolo importante ma sostengono un sostanziale scetticismo nei confronti degli eventuali risultati, inficiati, secondo il protagonista, dalla soggettività delle osservazioni e dalla loro totale dipendenza da un sistema di riferimento. Tutte le entità ingenuamente reali, egli conclude, sono effettivamente dipendenti da un osservatore, e senza una mente cosciente che fornisca le relazioni, che ne evinca limiti dimensioni funzioni, struttura causale, importanza teorica, ricadrebbero tutte all’interno dello scialbo e anonimo flusso di realtà. Anche la scienza come prassi si sostituisce alla coscienza, ma vi è incompatibilità tra realtà scientifiche che dipendono dal sistema di riferimento e la realtà della coscienza che invece non dipende da esso. E se la scienza è fondamentalmente paradossale allora l’universo è fondamentalmente alieno e inconoscibile. Per questo, sentendo sulle sue spalle il peso del fallimento in quanto scienziato, il giovane rinuncia apparentemente al suo progetto di ricerca e, come molti protagonisti di romanzi, si rifugia nella felicità dell’amore.

Credit immagine: Redd F su Unsplash