È morto Murray Gell-Mann, il papà dei quark

Gell-Mann

È morto il fisico statunitense Murray Gell-Mann, premio Nobel per la fisica nel 1969, che ha dedicato la sua vita alle ricerche sulle particelle subatomiche, creando la teoria dei quarkGell-Mann si è spento a Santa Fe il 24 maggio 2019 all’età di quasi 90 anni (era nato il 24 settembre 1929 a New York): a dare notizia ufficiale della sua scomparsa è il Santa Fe Institute. I meriti di Gell-Mann riguardano in particolare la classificazione delle particelle subatomiche: il fisico ha fornito una sorta di “tavola periodica” di queste particelle, dividendo protonineutroni, mesoni e barioni in gruppi con proprietà simili. Inoltre, ha descritto le loro interazioni e insieme al fisico George Zweig ha previsto l’esistenza dei quark. Ecco la storia di Gell-Mann.

Un altro grande della fisica se ne va (ricordiamo infatti la recente scomparsa del grande astrofisico Stephen Hawking). Murray Gell-Mann ha contribuito ampiamente al cosiddetto Modello Standard, la teoria fisica che descrive tutte le particelle e le interazioni fisiche – ad eccezione di una, quella gravitazionale – e che fornisce il modello più completo per rappresentare la realtà conosciuta Fin da giovanissimo, Gell-Mann compie operazioni matematiche mentali “che la maggior parte delle persone non è in grado di fare”, a detta del fratello Benedict, che lo ha definito come “precoce”. A 14 anni Murray Gell-Mann conclude le scuole superiori per iscriversi a fisica alla Yale University, laureandosi nel 1948, a 18 anni. Successivamente ha conseguito il dottorato in fisica al Mit nel 1951, a 21 anni. “Se un bambino cresce con l’idea di diventare uno scienziato”, ha detto una volta Gell-Mann “scopre di essere pagato tutto il giorno per giocare al gioco più eccitante mai ideato dall’umanità”. Insomma, talento e passione si sono combinati, nella vita di Gell-Mann, per produrre un risultato scientifico di grande importanza.

In particolare, nel 1955, dopo il dottorato, si unisce alla facoltà di fisica al Caltech, dove lavora con Richard Feynman a una teoria che è alla base del decadimento radioattivo del neutrone – e che è stata proposta in modo indipendente dai fisici George Sudarshan e Robert Marshak. Successivamente Gell-Mann si dedica alla classificazione delle particelle subatomiche divise in gruppi da 8 e da 10, coniando l’espressione, tuttora in uso e valida, della via dell’ottetto. Questa teoria organizza barioni e mesoni in ottetti – gruppi da 8 – ed è alle fondamenta del modello di quark sviluppato negli anni seguenti.

La teoria dei quark è stata avanzata nel 1964 da Murray Gell-Mann e George Zweig. I due fisici ipotizzarono la presenza di queste nuove particelle elementari per spiegare la struttura degli adroni, particolari particelle subatomiche composte, un’ampia categoria che include mesoni e barioni (che a loro volta comprendono protoni, neutroni e altre particelle). Il nome quark fu scelto proprio da Murray Gell-Mann, che si ispirò a un vocabolo senza significato utilizzato in un passo di un romanzo di James Joyce. Il passo recita “Three quark for Mister Mark!” dove quark è una storpiatura della parola quart, che indica un boccale di birra da due pinte. Il termine quark e il riferimento ai tre quark – che effettivamente compongono il protone e il neutrone – convince Gell-Mann a chiamare con questo termine queste particelle elementari, i mattoncini fondamentali delle particelle subatomiche classificate come adroni.

Questi studi sono valsi a Gell-Mann il premio Nobel per la Fisica, conferito nel 1969 per “il suo contributo e le scoperte riguardanti la classificazione delle particelle elementari e le loro interazioni”. La teoria dei quark è tuttora valida e proprio quest’anno, nel 2019 una particella prevista da Gell-Mann, il pentaquark (composto da cinque quark), è stata osservata sperimentalmente dal Large Hadron Collider (Lhc) al Cern di Ginevra. Un’altra conferma del rigore e della solidità degli studi del premio Nobel.

Ma l’opera di Gell-Mann non finisce qui. Dopo le ricerche sulle particelle elementari, ha lavorato al Cern di Ginevra con il collaboratore Harald Fritzsch, allo sviluppo della cromodinamica quantistica (acronimo Qcd), la teoria fisica che descrive l’interazione forte (la teoria fondamentale della forza nucleare forte), l’interazione di base tra quark e gluoni. Si tratta di un mattone importante del Modello Standard delle particelle elementari.

Negli ultimi anni di vita, si interessa alla complessità dei sistemi biologici, sociologici, ecologici e dell’informatica e fu co-fondatore del Santa Fe Institute per studiare questi sistemi complessi. Gell-Mann ha descritto i suoi due principali interessi, le particelle e i sistemi complessi alla base della realtà, nel libro pubblicato nel 1994, The Quark and the Jaguarsi tratta di due aspetti della natura”, commenta il fisico, “da un lato, le leggi fisiche sottostanti il funzionamento della materia e dell’universo e dall’altro, la ricca fabbrica del mondo che percepiamo in maniera diretta e di cui siamo parte”.

Via Wired.it

Immagine: Murray Gell-Mann (University Hall): Melirius derivative work: Dmitry89 [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)] via Wikipedia

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