Napoli, contro i rifiuti i militari non bastano

All’indomani del primo turno delle elezioni amministrative si può ben dire: la mossa governativa di spedire l’esercito a Napoli per risolvere l’ennesima emergenza rifiuti si è rivelata adeguata solo in parte. I soldati sono arrivati in città e hanno provveduto alla raccolta di rifiuti, ma poi si sono scontrati con la realtà dei fatti: l’assenza di siti dove conferirli. Facendo appello a poteri straordinari, i militari si sono aperti un varco preferenziale per lo sversamento, suscitando l’indignazione dei lavoratori dell’Azienda Servizi Igiene Ambientale (ASIA) in fila, in attesa di poter riversare la spazzatura in discarica. “I militari non hanno risolto nulla”, afferma Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania. “Ormai al presidente del Consiglio non rimane che continuare a dare i numeri gestendo l’emergenza rifiuti come il gioco delle tre carte”.

L’unico numero esatto? Sono 193 mesi che i rifiuti sono stanziali per le strade della Regione. “Napoli e la Campania ritorneranno all’antico splendore non con proclami, ma investendo sulla riduzione a monte dei rifiuti, sulla raccolta differenziata e sulla realizzazione di impianti di compostaggio. La crisi  strutturale e la logica basata su discariche e inceneritori non regge più”, insiste Buonomo.

Appare ormai chiaro che sotterrare i rifiuti in discarica o incenerirli è impresa costosa e accompagnata da rischi non trascurabili. “La migliore strategia da adottare, nel rispetto delle quattro priorità introdotte dal decreto Ronchi, è quella delle quattro erre: riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero” conclude il presidente di Legambiente Campania.

Ma proprio nei giorni in cui l’esercito operava a Napoli, i rifiuti del capoluogo campano sarebbero stati sversati persino a Terzigno, in violazione dell’accordo siglato con il governo e i comuni vesuviani alla fine di ottobre del 2010, secondo cui Cava Sari doveva servire solo per lo smaltimento dei rifiuti dei 18 comuni del vesuviano. La denuncia è partita dai Comitati vesuviani attivi sul territorio e dalle Mamme vulcaniche, che hanno lanciato l’allarme, smentito però dal sindaco di Boscoreale, secondo cui, invece, gli sversamenti avrebbero subito una riduzione considerevole. Ad ogni modo non si capisce a quale titolo abbia agito l’esercito, dal momento che a dicembre del 2009 il governo dichiarò che l’emergenza rifiuti era ormai superata. È evidente che si sbagliava.

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