Categorie: Ambiente

Nel mantello terrestre c’è uno strato in più

Crostamantellonucleo esterno e nucleo interno: la Terra,anatomicamente parlando è fatta così, abbiamo imparato dagli insegnanti di scienze. Eppure qualcosa sembrerebbe essere sfuggito ai geologi fino a oggi: il nostro pianeta avrebbe infatti uno strato in più, duro e collocato più o meno intorno alla metà del mantello. A suggerirne l’esistenza sono due ricercatori, Hauke Marquardt e Lowell Miyagi, che raccontano della loro scoperta sulle pagine di Nature Geoscience.

“La Terra ha molti strati, come una cipolla”, spiega Miyagi della Utah University: “La maggior parte degli strati è definita dai minerali che sono presenti. E noi, in sostanza, abbiamo scoperto un nuovo strato che non è definito tanto dai minerali presenti, quanto dalla forza di questi minerali”.

Tutto è cominciato da un’osservazione di qualche tempo fa,ricorda Popscience: il movimento (subduction) delle placche tettoniche che sembra bloccarsi (come ristagnare, dicono i ricercatori) a una profondità di circa 1500 chilometri (930 miglia), senza un motivo apparente. Per inviduarne le ragioni, e non potendo osservare direttamente nella profondità del mantello né contare, per ragioni di tempo, sullo studio dei movimenti delle placche tettoniche (apprezzabili su lunghissime scale), gli scienziati hanno realizzato un piccolo modello dell’interno della Terra in laboratorio.

In particolare l’idea è stata quella di prendere le rocce che costituiscono il mantello e di applicare a queste una notevole pressione, grazie a una pressa nota come “incudine di diamanti”. Applicando la pressione stimata esserci nel mantello inferiore ai minerali in questione (magnesiowüstite e Bridgmanite) la viscosità delle rocce cresceva a dismisura, diventando 300 volte tanto quella presente nella parte superiore (per fare un confronto più generico: se la viscosità dell’acqua è 0,001 pascal per secondo, quella di questo strato è di circa mille miliardi di miliardi).

Un risultato sorprendente, ha spiegato Miyagi, e che potrebbe essere il fattore responsabile del blocco del movimento di subduzione della placche tettoniche. Sotto questo strato invece – di cui i ricercatori ne hanno studiato le caratteristiche grazie ai raggi X prodotti dall’acceleratore Lawrence Berkeley National Laboratory in California – il mantello inferiore diventa meno duro, con gli atomi dei minerali che possono muoversi più facilmente, spiegano i ricercatori (come mostra anche la foto).

Questo strato particolarmente viscoso, conclude poi Miyagi, potrebbe spiegare l’esistenza di molti terremoti profondi, ma anche i diversi tipi di magma osservati per i vulcani sottomarini, e ancora funzionare come un contenitore del calore terrestre, che potrebbe essere quindi maggiore di quel che crediamo.

Via: Wired.it

Credits immagine:  Lowell Miyagi, University of Utah

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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