Quei neuroni sensibili alla meditazione

Fa parte di una saggezza antica ed empirica l’utilizzo di un respiro calmo e controllato per distendere la mente, diminuire lo stress o addirittura cercare di contenere gli attacchi di panico. Uno studio pubblicato su Science rivendica ora di aver trovato nel cervello (dei topi) i neuroni responsabili di questo fenomeno, ovvero che collegano il respiro agli stati emotivi, di quiete o allerta.

“Questo studio è interessante perché getta finalmente le basi per una comprensione cellulare e molecolare di come possa funzionare il meccanismo che correla il respiro con alcuni stati emotivi“, ribadisce il coordinatore della ricerca Mark Krasnow della Stanford University School of Medicine. Il gruppo di cellule in questione appartiene al complesso di pre-Bötzinger, un gruppo di neuroni che si trovano all’interno del tronco encefalico e la cui attività, come un pacemaker, scandisce il ritmo della nostra respirazione. La struttura è stata scoperta nei topi agli inizi degli anni Novanta, ma ha un analogo anche negli esseri umani e questo rinforza la convinzione che gli uomini posseggano un meccanismo del tutto analogo. “Quello che possiamo chiamare pacemaker respiratorio compie un lavoro molto più complesso del suo analogo nel cuore“, ha detto lo stesso Krasnow, perché mentre nel cuore i battiti si modulano in maniera, per così dire, unidimensionale cioè da lenti a veloce, ci sono invece molti tipi diversi di respiri: regolari, eccitati, sospirati, ansimati, singhiozzati….

I ricercatori nel loro studio hanno cercato di capire se esistessero dei sottotipi di neuroni all’interno del centro di controllo respiratorio responsabili della generazione dei diversi tipi di respiro. L’anno scorso, Krasnow e il suo team avevano trovato un piccolo gruppo di neuroni, sempre all’interno del complesso di pre-Bötzinger responsabile della generazione di sospiri. In quest’ultimo lavoro, gli scienziati hanno trovato un ulteriore gruppo di neuroni che, pur appartenendo allo stesso complesso, hanno una funzione, per così dire, più zen: sembrano infatti regolare gli stati di calma e di eccitazione in risposta al nostro respiro.

I ricercatori hanno poi identificato due marcatori genetici chiamati Cdh9 e DBX1, attivi nel complesso pre-Bötzinger e che sembravano essere legati alla respirazione. Gli scienziati hanno quindi modificato geneticamente i topi selezionando quelli che non possedevano più i neuroni che esprimessero questi due geni. Tali topi respiravano più lentamente rispetto ai topi normali. Dopo pochi giorni, il team ha notato che i topi senza i due geni erano straordinariamente più calmi rispetto a quelli del gruppo di controllo benché continuassero a mostrare ancora una varietà di respirazione anche se sempre a un ritmo rallentato.

Riferimento: Science

Silvia De Stefano

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