Categorie: Ambiente

No, oggi non è il primo giorno d’autunno

Sarà per l’abitudine, per convenzione, per la pigrizia, sarà che una volta imparato da piccoli che le stagioni entrano per lo più il 21 di tal mese, per par condicio anche stavolta qualcuno avrà creduto che oggi fosse il primo giorno di autunno. E invece no: il primo giorno di autunno, astronomicamente parlando, capita tra il 22 e il 23 settembre, quest’anno il 23 settembre alle ore nostre 10:21 per la precisione.

Durante gli equinozi i raggi della stella giungono perpendicolari all’asse di rotazione terrestre e il giorno e la notte hanno la stessa durata; di qui il nome, equi-nox, notte uguale (al giorno). Ma le cose stanno esattamente così? Non proprio, come vi avevamo già raccontato in occasione dell’equinozio di primavera(dimenticatevi il 21 anche per quello, per un bel pezzo), spiegandovi anche le variabilità con cui arrivano le stagioni. In verità, infatti, durante le giornate di equinozio il giorno dura sempre qualche minuto in più, perché?

Il primo motivo è che il Sole è un disco e non un puntino, e definendo l’alba come il momento il cui il Sole (l’estremità superiore) compare all’orizzonte ad est, e il tramonto come quello in cui la nostra stella (sempre l’estremità superiore) lo abbandona ad ovest, qualche minuto di luce viene regalato alle latitudini medie.

Pochi altri minuti di luce vengono aggiunti all’equinozio dall’atmosfera, o meglio dalla sua attività di rifrazione che anticipa il momento dell’alba e quello del tramonto. In pratica vediamo la luce prima e dopo che il Sole compaia e se ne vada, per effetto di deviazione della luce solare dovuto all’atmosfera.

Ok, accantonata la certezza sull’uguaglianza della durata del giorno e della notte agli equinozi, perché l’autunno arriva generalmente il 23 (o il 22)? Ovvero perché, al di là della variabilità annuale con cui il Sole sembra raggiungere il punto della Bilancia (nella Vergine ora, a causa della precessione degli equinozi) e che segna ufficialmente l’inizio dell’autunno, l’estate dura di più? La spiegazione ha a che fare, neanche a dirlo, con l’orbita terrestre. Questa, non è perfettamente una circonferenza ma un’ellissi e per la seconda legge di Keplero la Terra si muove più lentamente quando più lontana dal Sole (in prossimità dell’afelio, più o meno agli inizi di luglio), e questo capita proprio a ridosso della primavera e dell’estate (una buona spiegazione potete trovarla qui). In pratica, per raggiungere i punti che segnano il cambio di stagione in primavera e in estate la Terra impiega qualche giorno in più (nell’emisfero boreale), perché più lontana dal Sole. Volete invece sapere cosa succede, astronomicamente parlando, durante l’equinozio d’autunno? Aspettate l’equinozio.

 

Via: Wired.it

Credits immagine:Indy Kethdy/Flickr CC

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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  • Poichè ovunque mi trovo ho come passatempo fare il punto con un Sestante a bolla o normale (mare), così mi cade sotto gli occhi l'ora ed il giorno del passaggio dalla Declinazione N a S o viceversa, necessaria per i calcoli. Grazie comunque per la chiara esposizione e facilitazione di un argomento non facilissimo.
    V.Vidrich

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