Nobel 2013: le previsioni di Thomson Reuters

Gli appassionati di scienza di tutto il mondo lo sanno bene. Arriva la fine di settembre e si inizia a respirare aria di Nobel: manca poco più di una settimana, infatti, all’annuncio ufficiale dei vincitori dell’edizione 2013 dell’onoreficenza più ambita al mondo. Una delle tappe obbligate nel cammino verso i Nobel passa, come ogni anno, per Thomson Reuters, l’agenzia che scava costantemente nei database scientifici alla ricerca degli scienziati più citati e in vista nei campi della fisica, della chimica, della medicina e dell’economia. E alla fine si pronuncia, stilando una lista dei candidati che con maggiore probabilità si aggiudicheranno i premi, i cosiddetti Thomson Reuters Citation Laureates: “La ricerca di citazioni accademiche è una specie di rimborso intellettuale”, spiega Gordon Macomber, ammnistratore delegato di Thomson Reuters Scholarly & Scientific Research. “Analizzando le citazioni in modo aggregato su scale temporali di diversi anni, siamo in grado di identificare ricercatori e istituzioni che hanno avuto maggiore impatto nel loro campo di studi e, di conseguenza, saranno più probabilmente notati dalla giuria di Stoccolma”. In effetti, il metodo di Thomson Reuters sembra funzionare bene, dato che l’agenzia ha indovinato 27 premiati dal 2002, anno della sua fondazione. 

La lista completa per quest’anno comprende 28 ricercatori da 22 organizzazioni di ricerca e sei diversi paesi (Stati Uniti, Inghilterra, Scozia, Giappone, Israele, Svizzera – niente Italia, purtroppo). Ecco gli scienziati indicati da Thomson Reuters per i quattro premi scientifici (fisica, chimica, medicina e fisiologia, economia).

Fisica
Il primo nome a balzare agli occhi è quello di Peter Higgs (appena insignito del PhD honoris causa in fisica teorica delle particelle elementari dalla Sissa di Trieste), candidato assieme a François Englert per la previsione dell’esistenza dell’omonimo bosone, scoperto l’anno scorso dall’équipe di Lhc. Thomson indica poi Hideo Hosono, per la scoperta di superconduttori basati sul ferro, e Geoffrey Marcy, Michael Mayor e Didier Queloz per la scoperta di pianeti extrasolari.

Chimica
Nel campo della chimica, Reuters punta il dito su M.G. Finn, Valery Fokin e K. Barry Sharpless, per lo sviluppo della cosiddetta click chemistry, il ramo della chimica che si occupa della sintesi di molecole complesse in modo semplice e rapido, unendo molecole più piccole. Sarebbe, tra l’altro, il secondo Nobel per Sharpless, che ha già vinto il premio nel 2001 “per il suo lavoro nelle reazioni di ossidazione chiralmente catalizzate” e entrerebbe così a far parte della ristrettissima élite dei plurilaureati Nobel, cui attualmente appartengono solo quattro persone e due istituzioni. Oltre ai tre citati, altri possibili candidati sono Bruce Ames, per l’invenzione del test sulla mutagenicità, e Paul Alivastos, Chad Mirkin e Nadrian Seeman per i contributi alla nanotecnologia del Dna. 

Medicina e fisiologia  
Per quanto riguarda fisiologia e medicina, i nomi più probabili sono Adrian P. Bird, Howard Cedar e Aharon Razin, per le loro scoperte fondamentali sulla metilazione del Dna e sull’espressione dei geni. Seguono Daniel Klionsky, Noboru Mizushima e Yoshinori Ohsumi per lo studio della funzione fisiologica dell’autofagia, e Dennis Slamon per l’identificazione dell’oncogene HER-2/neu.

Economia
Nel campo dell’economia Reuters ha indicato in Sam Peltzman e Richard Posner i papabili, per i loro lavori nell’estensione della teoria della regolazione economica. Ma anche sir David F. Hendry, M. Hashem Pesaran e Peter C.B. Phillips “per i loro contributi alle serie temporali economiche, compresa la modellazione, i test e le previsioni”. Che vinca il migliore.

Via: Wired.it

Credits immagine: Wikimedia Commons

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