Nomenclatore tariffario: nulla di fatto

“La Conferenza Stato Regioni non è stata in grado di approvare l’aggiornamento del ‘Nomenclatore’ cioè dell’elenco delle protesi e ausili garantiti dal servizio sanitario nazionale. Nonostante l’accordo delle Regioni, il Governo, a causa di divisioni al proprio interno, non è riuscito nemmeno ad approvare la parte relativa ai cosiddetti ‘comunicatori’, cioè quei dispositivi che utilizzano le più recenti innovazioni tecnologiche per restituire parola e possibilità di comunicazione a coloro che sono affetti da patologie neuromuscolari gravi”. L’ennesima occasione fallita dunque per il nomenclatore tariffario, che suscita la reazione di Marco Cappato, segretario dell’associazione Luca Coscioni.
 
“Si tratta”, giudica Cappato, “di un vero e proprio capolavoro di incapacità da parte del Governo, che fa pagare la propria impreparazione alle persone affette da disabilità. Rimane ora un fazzoletto di giorni per il Ministro Turco e il Ministro Padoa-Schioppa. Ma anche per il presidente del Consiglio Prodi, che avevamo inutilmente cercato di avvisare nei giorni scorsi, per trovare un accordo che rimedi prima della fine della legislatura a una delle pagine peggiori scritte da questo
esecutivo”. L’Associazione Coscioni chiede a Romano Prodi “di garantire la convocazione urgente di una nuova riunione subito dopo Pasqua, verificando che i suoi ministri non si presentino di
nuovo come dilettanti allo sbaraglio sulla pelle delle persone malate e disabili gravi”.
 
Per attirare l’attenzione sulla riunione della Conferenza Stato Regioni e sulla necessità del via libera al nomenclatore tariffario, ieri la stessa associazione aveva tenuto un sit-in e avviato uno sciopero della fame alla quale hanno aderito oltre cento persone. L’invito alle regioni era quello “a non dissipare questa occasione in favore della vita indipendente di milioni di persone disabili, in particolare quei disabili gravi che oggi sono letteralmente sepolti vivi dalla burocrazia che impedisce loro di accedere a strumentazioni in grado di garantire l’effettivo esercizio del diritto costituzionale alla libertà di espressione”.

“L’aggiornamento del nomenclatore, fermo dal 1999, spiega Cappato “è una condizione necessaria
per consentire alle persone disabili di disporre delle tecnologie più aggiornate, come i comunicatori di nuova generazione, per recuperare la facoltà di comunicazione e di movimento”. (DIRES-DIRE)

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