Nuove rotte illegali

La geografia del traffico illegale di rifiuti si arricchisce di nuove rotte e il fenomeno riguarda anche l’Italia. Uno studio finanziato dalla Commissione europea, presentato ieri dal Gruppo Abele-Noms con Legambiente e l’associazione spagnola Gepec-ec, ha messo in luce il ruolo della criminalità organizzata nell’emergente settore del traffico illegale di rifiuti pericolosi e speciali. Secondo quanto si legge nel rapporto, in Italia tra il 2002 e il 2003 sono state condotte 15 inchieste che hanno portato all’emissione di 65 ordinanze di custodia cautelare, alla denuncia di 239 persone e al coinvolgimento di 59 società (tra produzione, trasporto e smaltimento). Altre cifre danno l’idea delle dimensioni di questo tipo di traffici nel nostro Paese: dei 72,5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali prodotti nel 1999, circa 11 milioni sono scomparsi nel nulla. Come a dire che non si sa che fine abbia fatto una montagna di 1120 metri con base di 3 ettari. In Spagna, invece, sono state commesse circa 12.000 infrazioni amministrative, mentre quelle penali ammontano a 52. Inoltre, casi di traffico illegale sono stati scoperti in Romania, nell’area del Mar Nero, nel Libano, in diversi paesi africani (Mozambico, Somalia, Nigeria) e in Cina. (r.m.)

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