Per la prima volta nella storia dell’umanità un oggetto di origine antropica sta per schiantarsi sulla Luna accidentalmente e non si sa di cosa si tratti e perché sia finito lì. Probabilmente, è un pezzo di razzo, ma lanciato da chi? Secondo l’astronomo Bill Gray, il primo a dare l’allarme di un imminente impatto (stimato per il 4 marzo), non si tratterebbe di un Falcon 9 di SpaceX, come inizialmente creduto, ma di un razzo Long March 3C lanciato dalla missione cinese Chang’e 5-T1 nel 2014. La Cina, però, nega.
Che razza di razzo?
La notizia di un razzo che sta per impattare sulla superficie lunare rimbalza sui media di tutto il mondo lo scorso gennaio dal blog di Gray, che descriveva l’individuazione di un oggetto non identificato (WE0913A) che secondo i suoi calcoli finirà contro la Luna a marzo. Considerata la luminosità, Gray e altri concordano sul fatto che si tratti di un oggetto proveniente dalla Terra, probabilmente il modulo di qualche razzo. All’inizio Gray ritiene che si tratti del Falcon 9 di SpaceX utilizzato nella missione statunitense Dscovr nel 2015, che ha portato in orbita un satellite per il monitoraggio del vento solare, ma l’obiezione di un ingegnere del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa lo porta a ricontrollare dati e traiettorie. Gray riconosce l’errore e si mette a spulciare i database alla ricerca di altri candidati, raggiungendo la conclusione che, con alta probabilità, l’oggetto WE0913A è una parte del razzo Long March 3C della missione cinese Chang’e 5-T1 lanciata nel 2014. Questa ipotesi è poi sostenuta anche da un rapporto del Jpl e da un’analisi dell’Università dell’Arizona.
La Cina dice che il razzo non è suo
Il 21 febbraio scorso, però, la Cina replica. Durante una conferenza stampa, a domanda diretta dell’Associated Press, il portavoce del ministro degli Esteri dichiara che “secondo il monitoraggio cinese lo stadio superiore del razzo della missione Chang’e 5 è caduto nell’atmosfera terrestre in modo sicuro e si è completamente bruciato”. Questa risposta, però, non soddisfa gli esperti, Gray in primis. Il ministro cinese sembra confondere le missioni spaziali: la domanda fa espresso riferimento alla missione cinese Chang’e 5-T1 del 2014, ma la risposta cinese si riferisce alla missione Chang’e 5, che è stata lanciata nel 2020 e sulla quale non ci sono dubbi (il booster è davvero bruciato nell’atmosfera terrestre). Svista genuina o strategica?
A sostegno della posizione cinese, però, ci sarebbero i dati del 18th Space Control Squadron della Space Force, secondo la quale il razzo di Chang’e 5-T1 sarebbe caduto sulla Terra nell’ottobre 2015. Gray, tuttavia, nota che i dati non si riferiscono a un monitoraggio ma a una previsione (fatta con un anno di anticipo) sulla base delle ultime informazioni sul booster disponibili. Non proprio significativa, commenta l’astronomo, come prova che il fatto sia avvenuto.
Rifiuti, un incubo anche nello spazio
Fortunatamente, l’impatto dell’oggetto WE0913A sulla Luna non dovrebbe avere conseguenze importanti, se non la formazione di un nuovo cratere e la presenza di un altro po’ di detriti nell’ambiente non certo ormai incontaminato del nostro satellite. Ma non riuscire a stabilire chi ne sia responsabile, cosa sia WE0913A, è piuttosto inquietante: significa infatti che non c’è un reale controllo sulla situazione dei rifiuti spaziali, in particolare di quelli in orbite lontane dalla Terra. Per Gray è il momento di pensare seriamente di istituire un’agenzia internazionale che si faccia carico del monitoraggio, prima che i detriti “fuori controllo” diventino un problema per le future missioni spaziali oltre la bassa orbita terrestre.
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