Ossa tira e molla

Accorciano le proprie ossa di quasi sette centimetri in due anni, per sopravvivere alle avverse condizioni ambientali. Sono le iguane delle isole Galapagos, che sono state tenute sotto controllo per 18 anni da un’équipe di scienziati della University of Illinois, diretta dall’etologo Martin Wikelski. Lo studio, pubblicato su Nature, mostra che, in alcuni periodi, questi animali hanno ridotto sensibilmente la lunghezza delle loro ossa. La spiegazione sarebbe nelle alghe, cibo preferito da tali vertebrati: in corrispondenza di quegli anni, infatti, le correnti marine dovute a El Niño hanno ridotto il cibo a disposizione delle iguane. E ad avere la meglio sono stati gli esemplari che più avevano ridotto le loro dimensioni, bocca compresa. Come spiega infatti Wikelski, “uno scheletro sottile e una bocca piccola sono più efficienti per raccogliere le piccole quantità di cibo a disposizione”. E prosegue: “Una riduzione di un centimetro aumenta le possibilità di sopravvivere del 10 per cento; se si accorciano di più, la percentuale di sopravvivenza triplica”. Passato poi il periodo di magra, le iguane sopravvissute hanno ricominciato ad allungare le proprie ossa. Questa ricrescita ha attirato l’attenzione di molti scienziati, che vedono in essa una possibile chiave per la lotta all’osteoporosi. (g.d.m.)

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