Paralisi: un “ponte digitale” per tornare a camminare

Camminare di nuovo in modo naturale, nonostante fosse paralizzato. È accaduto a Gert-Jan Oskam, un uomo olandese di 40 anni con una paralisi agli arti dovuta ad un incidente in moto avvenuto più di dieci anni fa. A raccontarlo è stato un team di ricerca internazionale che ha aiutato l’uomo a camminare di nuovo mettendo a punto un dispositivo medico, una sorta di “ponte digitale”, capace di creare un collegamento diretto tra il suo cervello e il midollo spinale. I dettagli della ricerca sono stati appena pubblicati su Nature.

Come funziona il dispositivo

In particolare, il device impiantato nel cranio dell’uomo paralizzato consiste in una “interfaccia cervello-colonna vertebrale”, costituita da due array con 64 elettrodi, che crea un collegamento neurologico diretto tra il cervello e il midollo spinale. Gli elettrodi, posizionati esattamente sopra la corteccia motoria, tracciano le onde cerebrali che segnalano le intenzioni di camminare e vengono poi trasferite in modalità wireless, bypassando quindi il tessuto danneggiato, a un sistema di elaborazione posizionato in uno zaino, dove un algoritmo decodifica il movimento desiderato e lo invia allo stimolatore che fornisce impulsi elettrici al midollo spinale.

Le intenzioni di muoversi, in altre parole, vengono tradotte in comandi che il sistema di elaborazione rimanda attraverso un secondo impianto per stimolare i muscoli. Oskam, come riporta la Cnn, può camminare per circa 100 metri e stare in piedi senza usare le mani per alcuni minuti. “Il mio desiderio era tornare a camminare e credevo fosse possibile”, ha spiegato il paziente. “Ho provato molte cose prima, ma ora devo solo imparare a camminare di nuovo, in modo naturale, perché è così che funziona il sistema”.

Le speranze e le cautele

A differenza di altre precedenti tecnologie, il nuovo dispositivo consente movimenti più fluidi e adattamenti ai cambiamenti del suolo migliori. “Questa tecnologia è diversa, il paziente ha il pieno controllo sui parametri della stimolazione, il che significa che può fermarsi, può camminare, può salire le scale”, commenta il co-autore Grégoire Courtine, neuroscienziato del Politecnico federale di Losanna. Dopo gli interventi chirurgici per impiantare i dispositivi, infatti, i canali di comunicazione neurologica si sono calibrati rapidamente e la connessione è risultata efficace per più di un anno. Camminare in autonomia con l’aiuto del “ponte digitale”, inoltre, ha aiutato il paziente a recuperare abbastanza forza per fare qualche passo, con l’aiuto delle stampelle, anche quando i dispositivi sono rimasti spenti.

I risultati di questo case-report, seppur entusiasmanti, vanno tuttavia presi con estrema cautela: Oskam è solo il primo e unico paziente ad aver provato questa tecnologia e non è quindi ancora chiaro se altre persone con lesioni del midollo spinale, anche più gravi, possano raggiungere gli stessi risultati. Oltre a confermare la capacità di ricreare un legame neurologico diretto tra il cervello e il midollo spinale, i ricercatori ora vogliono ampliare le capacità della connessione, per provare ad aiutare le persone che hanno paralisi del braccio e della mano o che hanno avuto un ictus e, infine, ridurre le dimensioni del sistema esterno per renderlo più gestibile e meno ingombrante. “Il concetto di un ponte digitale tra il cervello e il midollo spinale apre una nuova era nel trattamento dei deficit motori dovuti a disturbi neurologici”, concludono i ricercatori.

Via: Wired.it

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Credit immagine: Gerd Altmann da Pixabay