Perché è importante avere un migliore amico

Nascere in un ambiente economicamente e socialmente svantaggiato può trasformare l’adolescenza in una sfida da superare. Statisticamente, i ragazzi che vengono da un ambientedifficile hanno un maggior rischio di soffrire di problemi di salute, come l’obesità, di scontrarsi con storie di droga, patologie psichiche o psichiatriche, e ovviamente trovano maggiori difficoltà nel raggiungere risultati accademici e lavorativi soddisfacenti. Fondamentale in questi casi è avere un miglioreamico (o una migliore amica), la cui presenza aiuta i ragazzi a resistere e attraversare incolumi le difficoltà della vita. Può sembrare un luogo comune, ma a confermarlo è uno studio dell’Università del Sussex, pubblicato sul British Journal of Psychology.

L’obiettivo scientifico della ricerca era quello di valutare l’impatto che ha la presenza di un migliore amico nella vita dei ragazzi che crescono in ambienti svantaggiati. In particolare, i ricercatori inglesi hanno analizzato come questi influenzino la resilienza: ovvero l’autosufficienza, la capacità di rispondere ai problemi, metterli in prospettiva e superarli con successo.

Per scoprirlo hanno sottoposto un questionario a 409 studenti tra gli 11 e i 19 anni, provenienti da tre scuole dello Yorkshire frequentate principalmente da ragazzi provenienti da famiglie difficili, con un basso livello socio-economico. Le domande erano pensate per indagare il rapporto dei partecipanti con il proprio migliore amico, la loro resilienza di fronte ai problemi, e le strategie utilizzate per affrontare le avversità.

I risultati dello studio hanno dimostrato che in effetti la presenza di un’amicizia speciale aiuterebbe i ragazzi a rispondere alle avversità con strategie positive, ad esempio pianificando, guardando ai problemi da un nuovo punto di vista e sfruttando ilsupporto emotivo disponibile. Un migliore amico dunque aumenta sensibilmente la resilienza psicologica di questi ragazzi.

Stando ai dati raccolti, esisterebbe però una lieve differenza tra maschi e femmine. Per le ragazze, e forse può sembrare quasi controintuitivo, la presenza di una migliore amica è risultata collegata ad un maggior rischio di adottare strategie inefficienti per affrontare i problemi, colpevolizzandosi o utilizzando sostanze stupefacenti. Tutto il contrario invece tra ragazzi.

“Ultimamente si è guardato all’amicizia tra ragazzi quasi con un senso di sfiducia, e molte ricerche si sono concentrate sui pericoli che nascono dall’appartenere ad una gang”, spiega Rebecca Graber ricercatrice dell’Università del Sussex che ha coordinato il nuovo studio. “Ma quella non è la storia completa. Le nostre ricerche suggeriscono che anche l’amicizia tra ragazzi può essere intima, fidata e di grande supporto, anche in ambienti in cui affrontano forti pressioni sociali verso un modello stoico, o di mascolinità da macho”.

Via: Wired.it

Credits immagine: Benedetto Iurlaro/Flickr CC

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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