Sarebbe una sorta di chimera, contenete i geni di due tipi diversi di patogeni, l’Escherichia Coli 0104:HA che ha causato l’epidemia in Germania, infettando 3713 persone e provocando 40 morti dall’inizio dello scorso maggio. A scoprirlo sono stati gli immunologi dell’Università di Münster (Germania), studiando i campioni batterici isolati in ottanta pazienti ricoverati per l’infezione.
Pochi giorni fa dalla Gran Bretagna era arrivata la notizia della mappatura genetica del batterio killer. Nel nuovo studio pubblicato su The Lancet Infectious Diseases, invece, gli scienziati tedeschi hanno ricercato nei campioni microbici esclusivamente i geni legati alla virulenza. In questo modo hanno scoperto che il batterio contiene sia i geni tipici dei ceppi enteroemorragici di E. coli (EHEC), in grado di produrre la Shiga-tossina, sia di quelli enteroaggreganti (EHAC), capaci di aderire con maggiore efficienza alla parete intestinale. Secondo i ricercatori, inoltre, tutti i campioni studiati apparterrebbero al clone HUSEC041, isolato per la prima volta nel 2001, sempre in un paziente tedesco.
Dunque, sarebbe proprio il cocktail genetico a determinare la forte patogenicità del microrganismo. Come spiegano gli stessi scienziati nello studio, infatti, la migliore aderenza del ceppo batterico alla parete dell’organo digerente potrebbe facilitare l’assorbimento della Shiga-tossina da parte di quest’ultimo: ciò spiegherebbe il manifestarsi dei sintomi più gravi, come la sindrome emolitico-uremica riscontrata in molti pazienti. La già accertata resistenza di E. coli 0104:H4 agli antibiotici, infine, unitamente a questi nuovi fattori scoperti, ha contribuito a determinare la situazione di emergenza verificatasi nelle scorse settimane.
Riferimenti: The Lancet Infectious Diseases
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