Perché le donne sono più a rischio di Alzheimer?

Le donne in una determinata fascia d’età sono più a rischio di sviluppare l’Alzheimer, la malattia che rappresenta circa il 65% dei 47 milioni di casi di demenza in tutto il mondo. A riferirlo sul Journal of the American Medical Association Neurology sono stati i ricercatori della Keck School of Medicine dell’Usc (University of Southern California), secondo cui le donne sarebbero appunto più predisposte a sviluppare questa patologia rispetto agli uomini, in particolare in un preciso momento della vita, quello tra i 65 e i 75 anni di età.

I risultati dello studio, che ha incluso i dati di 57.979 nordamericani e europei del Global Alzheimer’s Association Interactive Network (Gaain), mostrano che in generale gli uomini e le donne tra i 55 e gli 85 anni hanno le stesse probabilità di sviluppare la malattia. Ma con una eccezione: dalla metà dei 60 anni di età alla metà dei 70, le donne presentano un rischio significativamente maggiore. “La nostra scoperta è importante per aiutare gli scienziati a comprendere le cause della malattia e individuare più rapidamente gli interventi efficaci per rallentare o curare l’Alzheimer”, spiega uno degli autori dello studio, Arthur Toga.

Più precisamente, i ricercatori hanno esaminato i dati di 27 studi che valutavano la variazione del gene ApoE, che codifica per una proteina coinvolta nel trasporto del colesterolo e uno dei principali fattori di rischio genetico per il morbo di Alzheimer, e altri fattori come sesso, etnia, diagnosi (normale, lieve o malattia di Alzheimer) e l’età.

Dai risultati è emerso che le donne che portano una copia del gene ApoE hanno un rischio maggiore di sviluppare l’Alzheimer rispetto agli uomini con lo stesso numero di copie.

Secondo il team di ricercatori, le ragioni potrebbero essere legate a cambiamenti fisiologici associati alla menopausa e alla perdita di estrogeni. “I nostri risultati, insieme a quelli degli studi precedenti, necessitano di ulteriori indagini”, spiegano i ricercatori. “La menopausa e il calo dei livelli di estrogeni, che in media comincia a 51, possono rappresentare la differenza. Tuttavia, gli scienziati non sanno ancora quale sia il responsabile: i ricercatori dovranno studiare le donne 10, 15 o anche 20 anni prima del loro periodo vulnerabile per vedere se ci sono segnali rilevabili che suggeriscano questo aumento del rischio dell’Alzheimer”.

Via: Wired.it

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

Articoli recenti

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

2 giorni fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

5 giorni fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

6 giorni fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

6 giorni fa

Leptospirosi: perché crescono i casi a New York?

Mai così tanti casi di leptospirosi in un anno dal 2001: a contribuire all’aumento delle…

1 settimana fa

Fogli d’oro sottilissimi: arriva il goldene

Potrebbe essere usato in diverse applicazioni come catalizzatore per la conversione dell'anidride carbonica e la…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più