Una (parziale) soluzione all’effetto serra potrebbe trovarsi proprio sotto i nostri piedi. Un gruppo di ricercatori britannici, infatti, sta tentando di sfruttare e ricreare un terreno in grado di rimuovere in modo permanente ed economico il carbonio dall’atmosfera.
Il gruppo multidisciplinare guidato da David Manning dell’Università di Newcastle e composto da ingegneri, geologi e biologi, è partito dal fatto che, nei terreni contenenti silicati di calcio, il carbonio non utilizzato dalle piante per la fotosintesi (e scartato attraverso le radici) reagisce con il minerale, formando innocui carbonati che rimangono nel suolo sotto forma di piccoli grani.
Manning e colleghi hanno sia studiato i suoli naturali particolarmente ricchi del minerale o esposti a polveri di cemento (contenente silicati di calcio), sia ricreato suoli artificiali in laboratorio, su cui hanno coltivato piante, monitorando l’accumulo di calcio nel suolo durante la loro crescita.
“Una volta confermata la fattibilità di questo metodo”, commenta Manning, “potremmo sviluppare dei modelli matematici in grado di prevedere quanto carbonato di calcio si forma per ciascuna tipologia di suolo e in quanto tempo. In Gran Bretagna, questo processo potrebbe contribuire per circa il 5-10 per cento alla riduzione di anidride carbonica prestabilita”. Secondo i ricercatori, tra circa tre anni potremmo vedere le prime applicazioni di questo studio. (a.c.)
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