La prevenzione? Un dovere di tutti

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(Foto: Nick Youngson CC BY-SA 3.0 Pix4free.org)

Occuparsi di prevenzione significa non solo avere a cuore la propria salute ma soprattutto ampliare il proprio sguardo ad ambiti più vasti e più complessi, sviluppando approcci multidisciplinari. Questi molteplici approcci vengono messi in evidenza da Silvio Garattini, medico, farmacologo e presidente dell’Istituto di ricerca IRCCS Mario Negri. Ed anche il concetto lanciato dall’ONU (One Health) sottolinea la necessità “di concepire la salute come il risultato di uno sviluppo armonico e sostenibile dell’uomo, della salute e dell’ambiente”.

Azioni di prevenzione responsabili

La mancanza di fondi destinati alla salute rappresenta in Italia un problema con gravissime conseguenze a livello sociale, ma Garattini rileva anche una serie di azioni responsabili individuali che potrebbero influire sul benessere collettivo ed evitare sprechi sui pochi fondi a disposizione. Per ciascuno di noi, infatti, la poca cura per la prevenzione delle malattie, unita ad un certo disinteresse per il proprio futuro, comporta uno spreco di denaro e di risorse che potrebbero essere gestite dal Servizio Sanitario Nazionale a favore della comunità.

Silvio Garattini, Prevenzione è rivoluzione, Per vivere meglio e più a lungo Ed. Il Mulino, Euro 15

Quanto costano i fumatori

I fumatori, ad esempio, non solo mettono a rischio la propria salute e quella delle persone vicine ma sottraggono alla comunità i fondi impiegati nella cura degli evitabili tumori al polmone, nell’uso di farmaci a carico del SSN e nella necessaria assistenza per la loro patologia. Queste risorse potrebbero essere meglio impiegate per aumentare lo stipendio dei medici, per reclutare e riorganizzare più personale sanitario, per organizzare percorsi di assistenza, per garantire un accesso universale ai dispositivi medici. La responsabilità sociale dei singoli, dunque, dovrebbe prevedere non solo il proprio diritto alla salute ma anche degli importanti doveri nei confronti dei diritti degli altri.

Una discriminazione da eliminare

La prevenzione nelle strutture pubbliche è, purtroppo, in conflitto di interessi con il mercato della medicina, che tende ad aumentare i propri introiti il più possibile. Inoltre la sanità privata, for profit, è alimentata dalle disuguaglianze economiche dei pazienti ma anche dalla carenza di personale sanitario e infermieristico delle strutture pubbliche.  Molti si rivolgono a prestazioni sanitarie dette “intramoenia” per essere visitati a pagamento dallo stesso personale del SSN, con un accesso molto più rapido ma con grave danno per la popolazione a basso reddito, che non può permetterselo. Ora, sostiene Garattini, questa discriminazione dovrebbe scomparire perché i cittadini dovrebbero avere lo stesso diritto alla salute indipendentemente dal reddito, con tempi di attesa uguali e possibilmente brevi.

L’impatto della povertà sulla salute

Certamente la povertà è un discriminante per la salute, e la malnutrizione aumenta – ad esempio – i danni cerebrali nell’adolescenza. La povertà favorisce anche, più o meno direttamente, la mancanza di istruzione, la povertà di linguaggio, l’insorgenza di patologie ed anche l’abuso di droghe. Tutto questo influisce pesantemente sulla salute della popolazione. Tuttavia, anche in buone condizioni economiche, le cattive abitudini di vita e la mancanza di prevenzione aumentano la predisposizione a più malattie, e i fattori di rischio riducono le probabilità di una vecchiaia sana. L’impatto complessivo sulla salute è stato analizzato nelle sue diverse componenti e sono state messe in evidenza, a fianco dei comportamenti individuali, i determinanti socioeconomici come l’istruzione e il reddito, i fattori ambientali come la qualità dell’aria e dei luoghi in cui si abita, i fattori sociali, come l’assistenza sanitaria e i fattori biologici come quelli genetici.

Cattive abitudini

Ci sono, e sono molto diffuse, cattive abitudini che facilitano l’insorgenza di malattie: Garattini considera in primo luogo gli effetti nocivi, soprattutto nella adolescenza, del fumo e dell’alcool, della l’obesità e del sovrappeso, l’uso di droghe, il consumo di carni rosse, la solitudine, la mancanza di screening periodici. Molti danni possono essere evitati sviluppando, sia pure con fatica, delle buone abitudini a cominciare da quelle alimentari e riducendo l’uso di farmaci inutili o addirittura dannosi. Si viene ad ampliare così il concetto stesso di prevenzione, che viene esteso dal campo individuale a quello economico-sociale, riconoscendo che la salute umana è legata e interconnessa a quella del pianeta e degli altri suoi abitanti.

I fattori ambientali, infatti, sono trasversali e le scelte economiche e politiche hanno ricadute su equilibri e sistemi ambientali, riflettendosi in maniera significativa sulla salute umana. Modificazioni del clima, perdita della biodiversità, inquinamento, farmaco-resistenza e antibiotico-resistenza, allevamenti intensivi, perdita di suolo adatto alla produzione di cibo… sono tutti fattori che influenzano la diffusione di patologie e rappresentano fattori di rischio individuali e sociali.

Modificare lo stile di vita

Sapere cosa fare non basta, sostiene Garattini, perché modificare le proprie abitudini di vita in funzione di un futuro migliore non è affatto facile, ognuno ha i suoi alibi e molti ostacoli rendono il cambiamento particolarmente problematico. Il mercato induce al consumo, sostenendo che ogni sua riduzione comporterebbe la perdita di posti di lavoro e di incassi; la pubblicità influenza gli acquisti, la mancanza di cultura scientifica non aiuta a difendersi dalle informazioni tendenziose e dal miraggio di benefici impossibili. I medici, inoltre, non sono preparati ad attivare modalità di prevenzione convincenti per i loro pazienti, e non sanno come indurre comportamenti corretti illustrando le conseguenze di cattive abitudini di vita. E’ facile cadere in trappole offerte a consumatori incauti o disinformati, e Garattini ne elenca alcune illustrandone le reali conseguenze. Le sigarette elettroniche, i prodotti omeopatici, gli integratori alimentari, le vitamine toccasana, gli edulcoranti sintetici… inducono pregiudizi che ci portano a consumare sostanze pensando di giovare alla nostra salute quando rischiamo di farci del male o di spendere inutilmente.

Rivoluzione culturale

Il libro si conclude con una road map auspicando una difficile rivoluzione culturale che metta al centro dei suoi interessi la salute umana e quella dell’ambiente. La convinzione che molte malattie mortali sono evitabili può aiutare a scegliere una vita sana. E’ chiaro che per ridurre il proprio rischio personale servono supporti e strutture sociali che sostengano le buone abitudini, a cominciare dalle palestre scolastiche per praticare sport e avviare i ragazzi a una vita attiva, ma serve anche una informazione indipendente, non soggetta alle leggi di mercato, che non propagandi farmaci o prodotti alimentari dannosi. Così serve anche una efficace lotta alla povertà e alla disinformazione, rendendo possibile per tutti l’accesso alle strutture sanitarie e studiando campagne di prevenzione per il fumo e le droghe, a sostegno di una corretta alimentazione. Alcune proposte di Garattini sono difficili da realizzare, e altre sono certamente impopolari, ma è ormai tempo di diventare responsabili delle proprie scelte di vita e avviarsi per la strada lunga e difficile che porta a una sana e serena vecchiaia.

Credits immagine: Nick Youngson CC BY-SA 3.0 Pix4free.org