Società

Il segreto per mantenere i buoni propositi per l’anno nuovo

Il 2020, con la pandemia del coronavirus, ci ha letteralmente travolto. Segnati dalla stanchezza e dalle mille difficoltà che abbiamo dovuto affrontare in questi difficilissimi mesi, dobbiamo ora trovare la forza per riprenderci e farci trovare pronti per il nuovo anno. Come si suol dire “anno nuovo, vita nuova”. Sicuramente molti di noi, durante queste festività natalizie davvero anomale, avranno avuto modo di prendersi una pausa, riflettere sulla propria vita e dedicarsi, finalmente, al fatidico e alquanto tradizionale momento dei buoni propositi. Ma come fare, soprattutto dopo questo durissimo anno, a mantenere le buone intenzioni, anche quelle più difficili? Ad azzardare una risposta, ancora, è un nuovo studio delle università di Stoccolma e di Linköping, secondo cui il segreto per raggiungere i nostri obbiettivi sta semplicemente nel modo in cui ce li poniamo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Plos One.

Come mantenere i buoni propositi

Da quelli più seri a quelli più frivoli, come perdere i chili di troppo o fare più attività fisica, i buoni propositi per l’anno nuovo vanno formulati in un modo ben preciso. Infatti, consigliano gli autori del nuovo studio, invece di pensare “smetterò o eviterò”, sarebbe molto meglio dirsi “comincerò a..” per avere maggiori possibilità di successo e riuscire così a raggiungere gli obbiettivi che ci siamo prefissati per il nuovo anno. Per giungere a questa conclusione, i ricercatori si sono basati sui propositi raccontati da 1066 persone alla fine del 2017, che riguardavano soprattutto: salute fisica, perdita di peso, cambiamenti delle abitudini alimentari, salute mentale, lavoro e studio e, infine, smettere di fumare.

(Foto: Per Carlbring)

Il sostegno conta? Poco, meglio formulare bene l’obbiettivo

I partecipanti, quindi, hanno espresso le loro intenzioni e sono poi stati suddivisi in tre gruppi, in base al sostegno che hanno ricevuto. Durante tutto l’anno successivo, infatti, alcuni non hanno ricevuto nessun supporto (gruppo di controllo), altri ne hanno ricevuto un po’ (per esempio del materiale informativo extra, come una mail periodica su come affrontare possibili ostacoli nel raggiungimento degli obbiettivi personali) e, infine, ad altri ancora è stato offerto parecchio sostegno. Ogni mese, durante tutto il 2018, sono stati effettuati dei follow-up. “Abbiamo osservato che il supporto offerto ai partecipanti non ha fatto molta differenza sul mantenere le intenzioni dei partecipanti durante tutto l’anno”, commenta il co-autore Per Carlbring. “Quello che ci ha sorpreso è stato il modo con cui sono stati formulati i propositi”.

Abitudini: invece di abbandonarle, meglio sostituirle

Dai risultati, infatti, è emerso che i partecipanti che hanno formulato un “obiettivo di avvicinamento”, ossia porsi un scopo adottando una nuova abitudine o facendo qualcosa di completamente nuovo nella propria vita, sono stati quelli con il più alto tasso di successo (il 58%). Mentre, per i partecipanti che hanno formulato le proprie intenzioni pensando di evitare o abbandonare qualche cattiva abitudine (obbiettivo di evitamento), questa modalità si è rivelata molto meno efficace (il 47%).

“In molti casi, riformulare i propositi potrebbe sicuramente funzionare”, spiega l’autore. “Ad esempio, se l’obiettivo è smettere di mangiare dolci per perdere peso, molto probabilmente si riuscirà a farlo pensando di mangiare frutta più volte al giorno. Si tratta, quindi, di sostituire i dolci con qualcosa di più sano, e ciò significa che probabilmente si perderà peso e si raggiungerà, di conseguenza, anche l’obbiettivo”. È difficile eliminare un comportamento sbagliato, conclude l’esperto, ma lo si può sostituire con qualcos’altro.

Riferimenti: Plos One

Credits immagine di copertina: Fietebecher/Pixabay

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

Articoli recenti

Immergersi in un buco nero, grazie a una simulazione

Un viaggio attorno alla porzione di spazio-tempo più buia e misteriosa che conosciamo, fino ad…

9 ore fa

Una modifica al paradosso di Schrödinger per conciliare quantistica e relatività

Un gruppo di fisici dell’Università di Trieste (e di altri istituti) ha proposto una sorta…

1 giorno fa

Il talco può aumentare il rischio di tumore?

Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson pagherà 6,5 miliardi di dollari per chiudere le cause…

6 giorni fa

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

1 settimana fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

2 settimane fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più