Quando i pinguini cambiarono dieta

I pinguini preferiscono il krill, ma solo da 200 anni. Analizzando più di 220 frammenti fossili di gusci d’uovo risalenti fino a 38 mila anni fa, Steven Emslie dell’Università del Nord Carolina e William Patterson dell’Università di Saskatchewan, sono riusciti a ricostruire le abitudini alimentari dei pinguini di Adelia. I ricercatori, per capire di cosa si cibavano in passato questi animali, hanno confrontato le quantità di carbonio e azoto presenti nei gusci delle uova con quelle contenute nel pesce e nel krill. Lo studio, pubblicato su PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences), mette a confronto questi risultati con dati ottenuti da esemplari trovati nei nidi attuali, dimostrando come i pinguini presero a cibarsi di krill quando l’uomo iniziò a cacciare foche e balene, circa 200 anni fa.

Dal 1793 al 1807, circa 3 milioni e 200 mila foche vennero sterminate – incluso il lupo di mare antartico (Arctocephalus gazella), che si nutriva quasi solo di krill. La caccia continuò fino alla metà del XX secolo, intaccando di oltre il 90 per cento anche la popolazione delle balene. Complessivamente, si stima che la decimazione di entrambe le specie abbia generato un surplus di krill pari a 150 milioni di tonnellate ogni anno, e i pinguini pare ne abbiano approfittato.

I piccoli crostacei sono un alimento invitante per i pinguini essendo ricchi di proteine e spostandosi in banchi, cosicché si possono catturare molte prede in poco tempo. “Ma l’abbondanza di krill da sola non spiega il fenomeno”, dice Keith Hobson del Canadian Wildlife Service di Saskatchewan, “a meno che non sia accompagnata da una contemporanea riduzione di pesce”. “Non furono eliminate solo foche e balene”, spiega infatti David Ainley, della società H. T. Harvey & Associates, “ma vi fu anche una consistente diminuzione di pesce, dovuta alla pesca, nel Mare di Scozia e nella parte ovest della penisola Antartica”.

“La flessibilità della dieta dei pinguini dimostra di certo la loro abilità ad adattarsi ai cambiamenti ambientali”, conclude Hobson. Ma stavolta potrebbe non bastare. Il recente riscaldamento globale, infatti, insieme all’aumento della pesca dei gamberi che sottrae loro cibo, potrebbe essere il motivo del declino della popolazione dei pinguini di Adelia, sulla penisola Antartica. (m.r.)

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