7-8 ore. È questa la precisa quantità di sonno di cui abbiamo bisogno ogni notte. A dare questa risposta sono stati i ricercatori del Brain and Mind Institute della Western University in Canada, che nel loro studio, il più grande mai svolto nella vita reale (e non in laboratorio), sono riusciti a capire esattamente quante ore dobbiamo dormire, scoprendo che in realtà c’è un limite sia massimo che minimo di tempo, oltre il quale le funzioni cerebrali potrebbero risentirne.
Nello studio, cominciato un anno fa e pubblicato recentemente sulle pagine di Sleep, i ricercatori hanno coinvolto circa 10mila persone volontarie, chiedendo loro di seguire le proprie abitudini di sonno per un arco di tempo di tre giorni e sottoporsi, poi, a una serie questionari online e test cognitivi e neurologici. Ciò che differisce in questo studio da quelli condotti in precedenza, sottolineano i ricercatori, sta proprio nel fatto che la ricerca si è concentrata sulle condizioni della vita reale, al contrario degli altri che venivano svolti in laboratorio.
“Ovviamente ci sono stati molti studi sulle persone nei laboratori”, ha spiegato il neuroscienziato e autore dello studio, Adrian M. Owen. “Ma volevamo scoprire come dormono le persone nella realtà, quante ore dormono e quale effetto queste hanno sul loro cervello”.
Dopo aver analizzato i dati, per un totale di oltre 132mila notti di sonno, i ricercatori sono stati in grado di confrontare la durata del sonno rispetto alle prestazioni nei test cognitivi, ottenendo risultati molto specifici.
Abbiamo scoperto che la quantità ottimale di sonno di cui necessitiamo per mantenere il cervello al massimo delle prestazioni è tra le sette e le otto ore ogni notte, quantità che corrisponde a quello che i medici già sanno e consigliano per i loro pazienti”, ha spiegato il co-autore dello studio, Conor Wild.
La cosa sorprendente che è emersa dallo studio, aggiunge l’esperto, è che coloro che superavano il tempo massimo di sonno consigliato riportavano gli stessi risultati nei test cognitivi dei volontari che dormivano troppo poco, indipendentemente dalla loro età: più precisamente, i volontari mostravano difficoltà e problemi sul piano del ragionamento e sulle capacità di comunicazione (ma non sulla memoria a breve termine). Tuttavia, il motivo preciso per cui dormire troppe ore sia altrettanto dannoso di un sonno breve, non è stato ancora chiarito. “Dobbiamo ora approfondire questo argomento, perché abbiamo raccolto molte altre informazioni che non abbiamo ancora avuto il tempo di analizzare”, continua l’esperto, sottolineando che con questi dati vorrà indagare anche altri fattori, come l’effetto sull’invecchiamento, se esistono differenze tra uomini e donne e come varia la quantità di sonno per le persone di paesi e culture diverse.
via Wired.it