Quanto è pericoloso il batterio killer che allarma l’Europa?

La Germania ha lanciato l’ allarme: troppi casi di pazienti colpiti da Stec, lo Shiga toxin-producing Escherichia coli, un batterio patogeno che in alcuni casi può portare anche alla morte. Secondo un rapporto pubblicato dallo European Centre for Disease Prevention and Control, a partire da aprile in Germania sono stati registrati 276 casi di persone colpite da Sindrome emolitica-uremica (Seu), una delle più gravi complicazioni conseguenti all’infezione. Ma i numeri stanno aumentando, e i più recenti parlano di 400 casi e di 10 morti. Le cause dell’infezione alimentare, una delle più grandi degli ultimi tempi, sono ancora da definire, ma si pensa siano legate al consumo di pomodori e cetrioli crudi e di insalata a foglia larga. L’Unione europea raccomanda massima allerta e di rispettare le basilari norme igieniche. In Italia, al momento, non si registra alcun caso. Ecco, intanto, l’identikit di questo batterio. 

Chi è lo Shiga toxin-producing Escherichia coli

Si tratta di un ceppo di Escherichia coli (una delle specie più abbondanti della flora batterica intestinale degli esseri umani e di molti altri animali a sangue caldo, normalmente non patogena) capace di produrre tossine di tipo Shiga, che inibiscono la sintesi delle proteine all’interno delle cellule. Il batterio comincia il suo ciclo colpendo animali come mucche, piccoli, maiali, cavalli e cani. Da questi serbatoi, lo Stec si diffonde nell’ambiente attraverso le feci infette. Gli alimenti o l’acqua si contaminano proprio perché entrano in contatto con materiale fecale contagiato. 

Ci sono stati casi in altri paesi d’Europa? 

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo ha riferito di  27 casi sospetti in  Svezia,  7 in  Danimarca,  3 in  Gran Bretagna, 2 in  Austria e  uno in Olanda. I cetrioli spagnoli incriminati, i vegetali da cui si pensa sia partita l’infezione, sarebbero stati importati anche dalla Repubblica Ceca. 

Ci sono pericoli per l’Italia? 

Fino ad oggi, nessun caso d’infezione è stato riportato in Italia. In una dichiarazione rilasciata nei giorni scorsi, il ministro della salute Ferruccio Fazio ha rassicurato l’opinione pubblica dicendo di essere continuamente in contatto con la Commissione europea attraverso il  sistema di allerta rapido (meccanismo istituito per notificare in tempo reale i rischi diretti o indiretti per la salute pubblica connessi al consumo di alimenti o mangimi, a cui partecipano la Commissione europea, l’Autorità per la sicurezza alimentare e gli Stati membri dell’Unione). Ha inoltre dichiarato di aver messo in allerta sia l’ Istituto superiore di sanità, per avviare i controlli sugli alimenti, sia i Nas. Intanto, il Codacons ha chiesto lo stop all’importazione di cetrioli dall’Europa.

Come si trasmette? 

La trasmissione dell’infezione avviene consumando cibi contaminati – carne macinata poco cotta, latte non pastorizzato, vegetali, insaccati stagionati, formaggi da latte crudo, succo di mela – o bevendo acqua che contenga il batterio, oppure attraverso il contatto con le feci degli animali infetti. Tuttavia, è possibile che l’infezione si trasmetta anche da persona a persona, ma solo in situazioni di stretto contatto e dove le condizioni igienico-sanitarie sono più critiche (all’interno delle famiglie, negli ospedali, nelle case di cura). 

Come difendersi? 

È necessario lavarsi accuratamente le mani prima e dopo aver manipolato i cibi, soprattutto se si tratta di carne cruda. È altrettanto importante lavare bene frutta e verdura, soprattutto se non vengono cotte o sbucciate, cuocere la carne, consumare latte pastorizzato e formaggi fatti con latte termizzato o latte crudo ma stagionati almeno due mesi. 

Cosa provoca? 

I sintomi iniziali sono: forti crampi, leggera febbre, talvolta vomito ed episodi di diarrea, con possibili tracce di sangue. A seconda dell’aggressività dell’infezione e della resistenza delle persone colpite, la perdita di sangue può essere molto grave. Tuttavia, se non intervengono complicazioni, la malattia ha un esito favorevole e si risolve, mediamente, in 8 giorni. Le complicanze sono rappresentate dalla cosiddetta Sindrome Emoltica-Uremica (Seu), una patologia che causa insufficienza renale e anemia. La Seu colpisce soprattutto i bambini (nel 15% dei casi), ma può manifestarsi anche negli adulti. Un’altra complicazione dell’infezione è la Porpora Trombotica Trombocitopenica (Ttp), una forma di Seu accompagnata da febbre e sintomi neurologici, osservata più frequentemente negli adulti che nei bambini. 

Chi colpisce? 

Tutti sono a rischio. Tuttavia, la possibilità di andare incontro a complicazioni è maggiore nei bambini al di sotto dei 5 anni, così come il rischio di morte è più elevato nei bambini appena nati. L’epidemia in corso, però, sta interessando soprattutto le donne adulte (68% dei casi), probabilmente perché, cucinando, sono più a contatto con il cibo. 

Come si cura? 

La terapia consiste semplicemente nella reintegrazione dei liquidi e dei sali persi. L’uso degli antibiotici, invece, è spesso controindicato, perché può promuovere il rilascio delle tossine di Shiga e quindi peggiorare il decorso clinico. 

Via wired.it

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