Falsi farmaceutici: “Quel collirio è acqua fresca”

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(Foto via Pixabay)
[1997] Nel 1988, in Nigeria, venne messo in vendita il collirio Neosporin, col marchio Wellcome. Conteneva acqua fresca, solo acqua fresca. Era un falso. Un altro falso è stato scoperto l’anno successivo nello stesso paese dove la Bayer ha scovato compresse di un suo antimalarico – o almeno che sembrava tale – contenente un antibiotico che ben poco avrebbe fatto contro la malaria. Ma sono solo due esempi di una lunga lista.

Secondo stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il mercato del falso farmaceutico ha ormai raggiunto un fatturato 14 mila miliardi, il che vuol dire che circa il 7 per cento dei farmaci in circolazione sono contraffatti, addirittura il 30-40 per cento nei paesi in via di sviluppo.Ma questa è solo una fetta della torta del falso farmaceutico. Una torta che è stata ricostruita con cura da Salvatore Casillo nel suo libro “Falsi da morire”. Un libro desolante, sconfortante, da leggere con qualche compressa di antidepressivo (vero) accanto.

L’autore ha identificato almeno 20 tipi diversi di falso in tema di tutela della salute, in gran parte nel settore dei farmaci. Dal problema delle false fustelle, a quello dei falsi doc, farmaci che non contengono ciò che dichiarano ma altro o lo contengono in dosi più basse, alla faccenda dei farmaci incapaci di mantenere le promesse della promozione industriale, privi per esempio di virtù antiinvecchiamento. L’Italia da questo punto di vista è un angolo visuale privilegiato visto tutto quanto è successo in epoca Poggiolini. Peccato che Casillo sorvoli sull’operato, non sempre cristallino, della Commissione farmaci del ministero della Sanità. Oppure sulle riviste inviate ai medici di dubbia affidabilità e che spesso rappresentano del vero e proprio materiale promozionale.

Casillo, che insegna sociologia industriale all’università di Salerno e dirige il Centro studi sul Falso, ha raccolto e ben ordinato una quantità incredibile d’informazione e di dati. Atti processuali soprattutto, almeno per quanto riguarda l’Italia, sicché quello che ci si trova di fronte nelle pagine è un panorama a 360 gradi. Un panorama desolante, dicevamo. Casillo ha avuto un doppio merito, quello di raccogliere materiale di prima mano, anche grazie alla collaborazione dei Nas, e quello di proporlo nel modo più giusto. Ovvero senza sacrificare nulla alla puntualità dell’informazione, ma cercando un giusto compromesso tra serietà e leggibilità delle pagine. Non è un libro da addetti ai lavori, anche se questi non possono farne a meno. Sono pagine per capire dov’è che ci troviamo e per decidere la strada più conveniente per un New Deal dove farmaco non faccia più solo rima con affare.

Il libro

Salvatore Casillo
Falsi da morire
Contraffazioni, intrugli e imbrogli nell’industria della salute
Koiné, Roma 1996, pp. 205

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