Riduzione del danno, le ambiguità di Giovanardi

Che l’espressione “riduzione del danno” non gli fosse particolarmente congeniale era cosa nota. Lo aveva dichiarato esplicitamente un anno fa di ritorno da una riunione al Consiglio d’Europa: “le cosiddette camere del buco, la somministrazione controllata di eroina e il pill testing sono misure che non trovano alcun riconoscimento nel nostro paese”. Ma ora Carlo Giovanardi, alla guida del Dipartimento delle Politiche antidroga (Dpa), sembra voler andare oltre, cercando di estendere a tutto il mondo il veto imposto all’Italia su quelle strategie considerate utili per salvaguardare la salute di chi fa uso di sostanze stupefacenti.

Almeno di questo lo accusa la Lila (Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids), seguita da altre associazioni, tra cui Forum droghe, Anlaids (Associazione Nazionale Lotta Aids), Cnca (Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienza). Tutte concordi nel denunciare i tentativi del governo italiano di ottenere la cancellazione del termine “riduzione del danno” (harm reduction) dalla nuova Dichiarazione che concluderà i lavori del prossimo meeting dell’Onu sulle strategie globali contro l’Aids previsto a New York dall’8 al 10 giugno.

La battaglia tra le associazioni e il Dipartimento si gioca a colpi di comunicati stampa e alle prime accuse sono seguite le smentite: sul sito dell’organo governativo si legge che, al contrario di quanto si vuole far credere, “il Dpa considera prioritarie le azioni e le misure della prevenzione e della riduzione del rischio  infettivo e di overdose nelle persone tossicodipendenti”.

Attenzione ai termini – mette in guardia la Lila – perché quando il Dpa parla di “prevenzione” e “riduzione del rischio” intende qualcosa di molto diverso da ciò che comunemente si intende per “riduzione del danno”. Sotto quest’ultima dicitura ricade una serie di provvedimenti specifici (distribuzione di siringhe sterili, consumo consapevole, diffusione di materiale informativo sulle caratteristiche delle sostanze) che stonano un po’ troppo con il carattere fortemente repressivo della normativa italiana firmata proprio da Giovanardi.

Una legge che ha prodotto un aumento del 7,12 per cento del numero di persone segnalate all’autorità giudiziaria tra il 2009 e il 2010, arrivando a quota 39.000 nell’anno passato secondo i dati della Relazione annuale della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno.

Che spazio possono avere le politiche di riduzione del danno, abbracciate ufficialmente anche dalla Croce Rossa Internazionale (vedi Galileo) in un sistema normativo come il nostro?

“Molto ristretto. L’ostilità di questo governo verso qualunque tentativo di affrontare il problema da un punto di vista pragmatico, riducendo i danni correlati al consumo delle sostanze stupefacenti, è palese. La proposta di Torino di qualche anno fa di istituire stanze per il consumo sicuro e la più recente iniziativa di Bolzano di distribuire in maniera controllata le sostanze stupefacenti hanno attirato gli strali di Giovanardi”, commenta Franco Corleone, garante dei detenuti del Comune di Firenze.

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