La protesta di Greenpeace contro i rifiuti tossici italiani scaricati 16 anni fa nel Mar Nero ha strappato nuove promesse al ministro dell’ambiente Altero Matteoli. Che ha assicurato una veloce risoluzione della questione. Gli attivisti dell’associazione ambientalista hanno appeso sugli edifici dell’ambasciata italiana ad Ankara (in Turchia) il tricolore con su scritto: “Italia, riprenditi i tuoi rifiuti”. Il materiale tossico proviene da due ditte di smaltimento, la P.E.I. (Piattaforma Ecologica Industriale) Srl di Venezia e la Sirteco S.R. di Agrate Brianza, che, sebbene fossero state incaricate di trasportare e incenerire i rifiuti in Romania, li gettarono nel Mar Nero. Si tratta di 367 barili ritrovati sulle spiagge del nord della Turchia, mentre gli altri probabilmente giacciono ancora sui fondali. Il 31 gennaio 2002 il ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli, si era impegnato a risolvere il problema, ma alla promessa non sono seguiti i fatti. Vittoria Polidori, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia, ha riferito che l’ambasciatore italiano, Vittorio Surdo, ha assicurato che la prossima settimana il ministro Matteoli incontrerà il suo omologo turco per discutere la situazione. Contemporaneamente anche la delegazione italiana presente alla Conferenza della Convenzione di Basilea sul trasporto dei rifiuti pericolosi si è impegnata a risolvere il problema. (c.d.p.)
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