Ritrovato Beagle 2, il rover marziano scomparso

Chi l’ha visto – edizione spaziale. Sembra strano, ma anche le astronavi possono perdersi. Proprio quello che è successo 11 anni fa a Beagle 2, un lander britannico che faceva parte di una missione dell’Agenzia spaziale europea per l’esplorazione di Marte. Al momento dell’ammartaggio, non se ne seppe però più nulla: probabilmente, la sonda, colpendo il suolo del pianeta rosso, perse la possibilità di comunicare con la Terra perché non riuscì ad aprire completamente i pannelli solari necessari alla sua alimentazione. Oggi, dopo oltre un decennio, gli occhi vigili del Mars Reconnaissance Orbiter, una navicella della Nasa in orbita attorno a Marte, hanno avvistato il lander perduto, ponendo fine al mistero della sua scomparsa. Tre scatti della telecamera dell’orbiter, la High Resolution Imaging Science Experiment (HiRise), mostrano infatti Beagle 2 a riposo sulla superficie del pianeta rosso.

“Sono contento che Beagle 2 sia stato finalmente trovato su Marte”, racconta Mark Sims, della University of Leicester, nel Regno Unito, manager della missione Beagle 2. “È dal 2003 che continuavo a chiedermi che fine avesse fatto. Ogni giorno di Natale [Beagle 2 atterrò su Marte il 25 dicembre 2003, nda] era rovinato dalla delusione per averlo perso. Per essere franco, devo ammettere che avevo perso ogni speranza”. Ma, fortunatamente, non è così. Stando ai dati di HiRes, il lander si trova nei pressi dell’area inizialmente designata per l’atterraggio, Isidis Planitia, un basamento di rocce nei pressi dell’equatore marziano. Beagle, inoltre, ha ancora attaccato a sé uno dei suoi paracaduti, mentre l’altro sarebbe stato localizzato a pochi metri di distanza. Il ritrovamento è stato particolarmente complicato, spiegano gli scienziati, perché Beagle 2 è estremamente piccola – circa 2 metri, proprio al limite della risoluzione spaziale di HiRes.

1421416728_beagle-embed

Secondo le prime ricostruzioni, Beagle 2 sarebbe stato in grado di aprire tre dei suoi pannelli solari, e addirittura di riprodurre, poco dopo aver toccato il suolo marziano, una canzone appositamente scritta dai Blur. Purtroppo, il quarto e ultimo pannello solare sarebbe rimasto chiuso, coprendo completamente l’antenna destinata alle comunicazioni con la Terra. Potrà mai essere recuperato? “Forse gli archeologi del prossimo millennio lo ritroveranno”, scherza John Bridges, sempre della University of Leicester. “Lo lasceranno lì o lo riporteranno sulla Terra? Non lo so”.

Credits immagini: Beagle 2 e Parkewr/HIRISE/JPL/NASA
Via: Wired.it

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here