Saltare i pasti principali, magari sostituendoli con snack e spuntini calorici ma dal basso contenuto di nutrienti, è un’abitudine che può innalzare il rischio di attacco cardiaco, infarto o di altre malattie cardiovascolari. Pianificare in modo consapevole i propri pasti quotidiani invece, regolandone la quantità e la qualità, è alla base di uno stile di vita più sano: lo ribadisce oggi un lavoro pubblicato sulla rivista Circulation, che spiega legame tra salute e frequenza dei pasti.
I ritmi circadiani del nostro corpo sono determinati da una serie di orologi interni, normalmente sincronizzati con un orologio principale regolato dall’alternanza del giorno e della notte. Variare la frequenza di assunzione di cibo o mangiare in orari insoliti può rompere gli equilibri normali, con conseguenze negative per la salute. Anche se mancano ancora riscontri sull’essere umano, studi sui topi hanno evidenziato che “quando gli animali ricevono cibo nei periodi normalmente di riposo, i loro orologi interni si ‘resettano’ in un modo che può alterare il metabolismo dei nutrienti, causando aumento di peso, resistenza all’insulina, infiammazione.” dichiara Marie-Pierre St-Onge, primo autore dell’articolo.
Una dieta bilanciata, che predilige frutta, verdura, carni bianche e pesce a zuccheri, grassi animali e carni rosse, non è dunque l’unico fattore che incide sulla salute del nostro cuore: adottare uno stile di vita più regolare è altrettanto importante.
Tra le abitudini scorrette nel mirino dello studio, c’è anche quella di saltare la prima colazione, che generalmente si accompagna ad altri ‘errori’, ad esempio una dieta complessivamente povera di nutrienti o uno stile di vita sedentario. Sulla base di dati clinici raccolti su adulti statunitensi, l’assunzione giornaliera della prima colazione riduce il rischio di effetti negativi legati al metabolismo di glucosio e insulina e aiuta a mantenere abitudini sane nel corso della giornata.
Infine, sono stati presi in considerazione nella rassegna anche i regimi di “dieta digiuno intermittente”, simili a quella ideata dall’italiano Valter Longo, in cui si alternano giorni di alimentazione normale a giorni di restrizione calorica: l’alternanza sembra essere beneficiale per la perdita di peso, almeno su breve termine.
Nell’attesa che ricerche più approfondite stabiliscano con più precisione le relazioni tra l’alimentazione e salute cardiovascolare, il consiglio è quello di ritagliarci tutti gli spazi necessari per mangiare bene. Il nostro cuore ce ne sarà riconoscente.
Riferimenti: American Heart Association
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