Vuoi un sorriso vincente? Sorridi meno

Il sorriso è un ottimo biglietto da visita, sia che si faccia un colloquio di lavoro, sia quando si conoscono nuove persone. Ma come per tutte le cose, anche per il sorriso vale il detto in media stat virtus. Infatti, secondo una nuova ricerca americana dell’università del Minnesota, apparsa su Plos One, per mostrare un sorriso vincente bisognerebbe sorridere meno. O meglio, bisognerebbe raggiungere un equilibrio perfetto tra gli angoli della bocca, l’ampiezza del sorriso e il grado di denti mostrato.

Le espressioni facciali sono una forma importante di comunicazione non verbale e delle interazioni sociali e sempre più ricerche sottolineano come i modelli facciali generati dal computer possono essere molto efficaci per studiare come i cambiamenti nell’espressione nello spazio e nel tempo influenzino la modalità di lettura delle persone. Così, Nathaniel Helwig e il suo team di ricercatori della University of Minnesota, hanno mostrato a 802 volontari 27 modelli facciali in 3d animati dal computer.

L’espressione di ogni modello è stata modificata variando sostanzialmente l’angolo della bocca, l’ampiezza del sorriso e il grado con cui i denti venivano mostrati. I partecipanti, poi, sono stati invitati a dare una valutazione dei diversi sorrisi basata sull’efficacia, la spontaneità, la gradevolezza e la percezione emotiva.

Dalle risposte dei volontari, i ricercatori hanno scoperto che le caratteristiche di un vero sorriso di successo, ovvero quello che si è classificato come più efficace, spontaneo e piacevole, contraddicono il detto inglese more is always better (più è sempre meglio): per esempio, un sorriso più ampio mostra più denti e potrebbe così essere percepito in maniera diversa.

I sorrisi vincenti, secondo i ricercatori, dovrebbe essere invece in equilibrio ottimale tra denti mostrati, angolo della bocca e ampiezza del sorriso, per poter riuscire a fare centro sui destinatari. Inoltre, i sorrisi sono stati valutati come più efficaci se sono abbastanza simmetrici, con il lato sinistro e destro del viso sincronizzati in un brevissimo intervallo di tempo, e più precisamente entro 125 millisecondi.

Uno studio questo, in apparenza leggero, ma che invece potrebbe aiutare le persone con paralisi o con ictus, che essendo fisicamente limitate nelle espressioni facciali, come appunto il sorriso, possono avere gravi problemi di comunicazione, ansia e depressione. I risultati, infatti potrebbero aiutare i medici che eseguono la chirurgia di rianimazione e la riabilitazione del viso di questi pazienti, comprendendo meglio le caratteristiche di un sorriso e assicurasi che non sembri una smorfia.

Via: Wired.it

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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