Scoperti tre nuovi esopianeti potenzialmente abitabili

Esopianeti
(Immagine: Eso)
Esopianeti
(Immagine: Eso)

Sono i primi esopianeti a essere stati scoperti attorno a una stella nana e fredda, dalle dimensioni appena superiori a quelle di Giove e distante dalla Terra “solo” 40 anni luce. Le loro dimensioni e temperature sono simili a quelle di Venere e della Terra,caratteristiche che li rendono i posti più ospitali, tra i pianeti extrasolari finora osservati, per lo sviluppo della vita. A scoprirli un team di astronomi guidati da Michaël Gillon dell’Istituto di Astrofisica dell’Università di Liegi in Belgio, che si sono serviti del telescopio Trappist dell’Eso (European Southern Observatory) in Cile, monitorando ripetute e regolari variazioni di luminosità della stella, segno che alcuni oggetti si interponevano tra essa e il nostro pianeta.

L’astro, ora denominato Trappist-1, appartiene alla categoria delle stelle nane super fredde (ultracool dwarf star), molto comuni nella Via Lattea e molto longeve, ma è la prima volta che si scoprono dei pianeti orbitare attorno a una di esse. Inoltre, nonostante Trappist-1 sia molto vicina alla Terra, è troppo fioca e rossa per essere osservata sia a occhio nudo che con telescopi amatoriali. “Perché cerchiamo pianeti simili alla Terra proprio attorno alle stele più piccole e fredde nelle vicinanze del Sole?”, racconta Gillion. “La ragione è semplice: i sistemi che orbitano attorno a questi piccoli astri sono gli unici in cui siamo in grado, con la tecnologia che abbiamo a disposizione, di rilevare la vita. Se vogliamo cercare segni di altre forme di vita nell’Universo, quindi, è da questi sistemi che dobbiamo iniziare”.

Inoltre, la debole luminosità della stella – sostengono gli astronomi ­– permette di analizzare l’atmosfera di pianeti dalle dimensioni della Terra al momento del loro transito, cosa che sarebbe vanificata con stelle più grandi e caratterizzate da una forte luminosità. Altre osservazioni, effettuate con telescopi più grandi, tra cui Hawk-1 del Very Large Telescope, anche questo operato dall’Eso in Cile, hanno mostrato che i pianeti attorno a Trappist-1 hanno dimensioni molto simili a quelle della Terra: due di essi, in particolare, hanno un periodo orbitale di circa 1,5 e 2,4 giorni terrestri, mentre il periodo orbitale del terzo non è stato ancora determinato con precisione (al momento le stime variano tra 4,5 e 73 giorni). “Periodi orbitali così brevi”, spiega ancora Gillon, “significano che i pianeti orbitano molto più vicini alla propria stella rispetto al sistema Terra-Sole. La struttura di questo sistema planetario è molto più simile, in scala, a quella delle lune di Giove”.

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