Senza vertigini

L’abbiamo fatto tutti. Girare in tondo fino a farci venire le vertigini. Quello che non sapevamo è che stavamo eseguendo un sofisticato test fisiologico di inizio Novecento. Usato per simulare le condizioni di un volo e selezionare aspiranti aviatori. È quanto si scopre alla mostra “Prova a volare” allestita al museo Gianni Caproni di Trento fino all’11 gennaio 2009. L’esposizione, che si snoda tra gli aerei d’epoca del museo, è dedicata alla simulazione del volo, dagli albori fino ai più moderni simulatori informatici per viaggi spaziali, il tutto da provare e riprovare. Una volta entrati si impara subito che la storia del volo è stata fatta dalla passione di uomini e donne e Cristian, l’helper del museo che accompagna e aiuta i visitatori di tutte le età a godere della mostra, ne fa cogliere subito il sapore. “Questa è una ricostruzione della falegnameria degli anni Venti di Gianni Caproni”, racconta Cristian, “la cui ditta costruì il primo aereo nel 1909 tra odori di segatura, colla e il rumore di tele che vengono cucite”.

Con i primi aerei compaiono anche i primi piloti, le cui caratteristiche necessarie per potere volare, oltre alla temerarietà, erano molto semplici: ottima salute, buona vista, peso inferiore ai 75 chili. Condizioni a volte purtroppo non sufficienti. Alla fine della Prima Guerra Mondiale, da una statistica compilata alla fine del conflitto, risultava che il 90 per cento degli incidenti aerei andava ricondotto a manchevolezze fisiche del pilota, l’8 per cento a difetti degli aerei e solamente il 2 per cento al tiro nemico. Bisognava fare qualcosa e il fisiologo italiano Amedeo Herlitzka creerà, tra i primi al mondo, un metodo rigoroso per la selezione dei piloti, inventando strumenti per simulare le condizioni del volo e valutare le risposte psicofisiche degli aspiranti aviatori.

La parte storica della mostra si basa proprio sull’esposizione di questi strumenti, un tesoro ritrovato per caso nel 1994 in un locale abbandonato dell’Istituto di fisiologia umana dell’Università di Torino. Gli oggetti, restaurati da poco, sono i più svariati: una “sedia girevole”, dopo averla provata bastava avere nausea e si era scartati, due simulatori meccanici – pezzi unici al mondo – per valutare la percezione sensoriale dei piloti, una campana pneumatica e vari strumenti per misurare i riflessi.

Gli anni passano, la Seconda Guerra Mondiale si avvicina e gli aerei cambiano, nuovi strumenti vengono inventati e il volo evolve lentamente da manuale a strumentale. Anche la simulazione si adegua, non solo più test fisiologici, sempre più la meccanica si unirà all’elettronica e con gli anni Sessanta arriveranno i primi simulatori informatici.

Inizia a questo punto della storia la parte di percorso tecnologico-interattiva. Si comincia con il provare il volo libero fino ad arrivare a quello aerospaziale, passando attraverso diversi software di simulazione, come Orbiter e Flight Simulator, settati a livelli crescenti di difficoltà per giungere all’ultimo simulatore: una vera cabina di pilotaggio di un biposto da turismo, composta da più di 1000 parti, dove solo i provetti piloti riescono ma tutti possono essere affiancati da Ferruccio. Un signore di circa sessant’anni, un esperto di volo magro e silenzioso, che ha visitato la mostra nei primi giorni di apertura e ora è diventato parte del gruppo del museo che accompagna scuole e visitatori per provare a volare. 

TRENTO
Prova a volare
fino all’11 gennaio 2009
Museo dell’aeronautica Gianni Caproni
Trento, Via Lidorno 3
Tel. 0461 944.888
Orari: 10.00-13.00 / 14.00-18.00
Chiuso il lunedì, Natale e Capodanno
BIGLIETTI
Intero € 4,50
Ridotto € 2,50
Famiglia € 9,00 (2 genitori con figli di età max 14 anni) –
€ 4,50 (1 genitore con figli di età max 14 anni)
Gruppi su prenotazione (minimo 10 partecipanti):
visita guidata € 2,50 a persona oltre l’ingresso
Scolaresche su prenotazione: ingresso + visita guidata € 2,50
Prenotazioni:
tel. 0461 222916 – 228502
sezione.didattica@mtsn.tn.it

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