Non molto diversi da come sono adesso, nel Cretaceo già esistevano i coccodrilli. O meglio i loro antenati. Le principali differenze, rispetto agli esemplari attuali sarebbero una mandibola più snella, e un insolito “elmetto” di tessuto indurito a coronamento di una testa particolarmente voluminosa. È quanto rivela lo studio del cranio di “Shieldcroc”, un Aegisuchus witmeri di 95 milioni di anni fa conservato al Royal Ontario Museum, a firma Casey Holliday dell’Università del Missouri pubblicato su PLoS-ONE.
“Il reperto, risalente a un’epoca in cui le terre emerse brulicavano di dinosauri, mostra dei solchi che fanno pensare a un sistema di vasi sanguigni irroranti una placca di pelle in cima alla testa”, spiega Holliday. Tale “scudo”, mai descritto sino ad ora in alcun coccodrillo, aveva, secondo lo studioso, tre scopi: intimidire i nemici, attrarre i partner e controllare la temperatura del cervello.
L’analisi della forma delle ossa del cranio, inoltre, ha fatto supporre al ricercatore che “Shieldcroc” fosse dotato di mandibole piuttosto esili e allungate, adatte a una tranquilla attività di pesca piuttosto che alla competizione con i dinosauri.
Uno studio approfondito di questo esemplare, conclude il ricercatore, potrebbe permettere di capire quali fossero le condizioni ambientali favorevoli agli antenati dei coccodrilli, e quali siano quelle migliori per gli animali contemporanei. “I coccodrilli odierni vivono nei delta e negli estuari, ambienti tra i più minacciati dalle attività umane”, spiega Holliday. “La comprensione delle cause che portarono all’estinzione dei loro antenati potrebbe insegnarci molto su come proteggere e preservare questi ecosistemi”.
Riferimento: PLoS One doi:10.1371/journal.pone.0030471
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