I pensieri e le emozioni dei bambini malati fatti emergere attraverso un gioco e raccontati da loro stessi in un contesto allegro e gioioso sotto la guida di un psicologo. È arrivato anche in Italia Shop Talk il gioco sviluppato in America dal National Institutes of Health/National Cancer Institute per i bambini malati di cancro e ora adattato alla realtà dei pazienti italiani dalle psicologhe del Servizio di psicologia ospedaliera pediatrica dell’Ospedale Meyer di Firenze che lo hanno presentato durante il primo Congresso italiano “La psicologia ospedaliera pediatrica: percorsi e modelli d’intervento”, tenutosi presso l’Istituto degli Innocenti di Firenze.
Si tratta di un coloratissimo gioco da tavola, divertente, creativo e interattivo, fatto di caselle da scoprire, dadi da lanciare e carte da pescare. Lungo il percorso, i bambini si imbattono in una serie di negozi dove possono fermarsi per fare acquisti. L’oggetto però può essere comprato solo dopo aver risposto a una domanda, che mira a esplorare gli stati d’animo del bambino malato, le sue ansie, le preoccupazioni, le paure, come vive la malattia, come lui si vede, il suo rapporto con la famiglia e con gli altri bambini. Si va da domande semplici “Qual è il tuo film preferito?”, “Raccontaci un momento in cui ti sei sentito orgoglioso di una cosa che hai fatto”, “Raccontaci il giorno più bello della tua vita” a domande più complesse, che mirano a far emergere le ansie del bambino provocate dalla malattia “Hai mai dei pensieri che ti passano nella mente prima di addormentarti?”, “Raccontaci i tuoi pensieri”.
Lo psicologo è sempre presente e guida il bambino in tutto il percorso, fornendogli uno “spazio sicuro” per portare a galla emozioni e sentimenti. In questo modo le esperienze dolorose, invece di essere tenute nel chiuso dei propri pensieri, vengono verbalizzate ed espresse liberamente. La scelta dei negozi da inserire all’interno del percorso non è casuale: a ogni negozio è collegata una domanda mirata a esplorare e far emergere uno specifico stato d’animo. Il negozio di vestiti, ad esempio, è collegato a “come gli altri ci vedono”, mentre quello degli animali ai “sentimenti”. Vince chi ha comprato più oggetti e, quindi, chi ha risposto a più domande e si è espresso di più.
Entrato ormai a far parte della vita quotidiana dei bambini ricoverati al Mayer, se ne stanno già apprezzando gli effetti positivi sul benessere della vita dei piccoli pazienti ricoverati nella struttura, in linea con quanto già accade in America nelle strutture che l’hanno adottato. Uno studio commissionato dal Center for Cancer Research/National Cancer Institute,condotto tra 62 medici che hanno utilizzato Shop talk nella loro pratica clinica, ha confermato la sua efficacia, tant’è che il 96% di loro ha dichiarato di volerlo continuare a usare. I medici coinvolti nella ricerca hanno dichiarato che il gioco si è dimostrato più efficace dei metodi tradizionali nell’identificare i problemi dei giovani degenti e nel migliorare la comunicazione medico-paziente.
“Così si passa il tempo in modo piacevole, ma si parla anche della vita, degli interessi, della malattia e dei sentimenti che a questa si accompagnano e che non sempre è facile esprimere. Il gioco rende più facile questo processo che è comunque positivo per i pazienti, spiega Francesca Maffei, responsabile del servizio di psicologia ospedaliera del Meyer.