La sismologia potrebbe aiutare a proteggere gli elefanti dalla caccia

via Pixabay

Usare un sismografo per tracciare gli spostamenti e i comportamenti degli elefanti: è l’idea di Beth Mortimer e il suo gruppo di ricercatori delle università di Oxford e Bristol, spiegata in uno studio pubblicato su Current Biology. Secondo il paper, sarebbe possibile spiare i pachidermi semplicemente osservando le vibrazioni del terreno causate dai loro movimenti e barriti. Secondo gli scienziati, questo risultato supporterebbe anche la teoria per cui gli elefanti utilizzano questo tipo di vibrazioni per comunicare tra di loro a grandi distanze. E questa rilevazione potrebbe anche essere utile per proteggere questa specie, che è a rischio estinzione, dalla caccia. Ecco perché.

Durante lo studio, il team ha lavorato in un laboratorio di sismologia, ciò che abitualmente avviene quando si studiano i terremoti. Ma stavolta la strumentazione è servita per misurare l’intensità e la distanza raggiunta non dalle onde sismiche ma dalle vibrazioni generate dai movimenti degli animali e per capire se ed in che modo queste vibrazioni siano influenzate dai rumori legati alle attività umane, come il passaggio di mezzi di trasporto e la presenza di un certo tipo terreno piuttosto che un altro. Le analisi sono state condotte all’interno di gruppi di elefanti selvatici in Kenya durante attività diverse, quali spostamenti ed emissione di versi di richiamo.  e tipo di terreno.

“Monitorare queste vibrazioni del terreno può essere utilizzato in un contesto pratico non solo per determinare la presenza degli elefanti, ma anche per capirne il comportamento”, ha osservato Mortimer.  “Usando diversi sensori sismici in aree remote, si potrebbe ad esempio generare degli algoritmi per monitorare gruppi di questi animali in tempo reale”.

Analizzando le registrazioni ottenute, infatti, gli scienziati si sono accorti che potevano facilmente classificare, tramite dei modelli generati al computer, le diverse azioni degli elefanti, come una corsa veloce potenzialmente associata alla fuga da un pericolo, la camminata, i barriti, il tutto in base alle vibrazioni rilevate. Dai risultati è anche emerso che i suoni generati dagli esseri umani potrebbero interferire con le comunicazioni a lungo raggio di questi animali.

“Siamo rimasti stupiti dalla forza esercitata sul terreno quando gli elefanti barriscono,” ha spiegato Mortimer, “Queste forze sono comparabili a quelle generate quando questi animali camminano velocemente. Ciò vuol dire che i barriti possono viaggiare a lunghe distanze attraverso il terreno, anche più lontano di quanto avviene attraverso l’aria”.

Fra le possibili applicazioni, questa scoperta potrebbe essere utilizzata per rintracciare un maggior numero di bracconieri e proteggere gli elefanti dalla caccia: rilevando le onde sismiche generate dal loro movimento sarebbe infatti possibile determinare quando il branco sta scappando da questa minaccia umana.

Riferimenti: Current Biology

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